tr@ct 28

14 luglio 2010



mostre e artisti
a Genova
2009 - 2010



-  MC#2
    Museum Collection #2


-  Martini & Ronchetti:
    40 anni


-  Bruno Rombi
    all'Art Club Il Doge


-  Volti, forme, corpi
    dei cantieri


-  Sergio Giordanelli
    Le querce sacre di Barbizon


-  Nanni Balestrini
    rimbalzanoinfinitiistanti
    sparpagliati


-  Luca Vitone
    Il volo del grifo


-  Luca Ottonelli
    al Museo Luzzati


-  Daniel Spoerri
    Dai Tableaux-pièges
    agli Idoli di Prillwitz


-  Bad Girls
    Good Girls Go to Heaven
    Bad Girls Go Everywhere


-  Da Fattori a Previati
    Una raccolta ritrovata


-  Carlo Merello
    L'autoritratto indiretto


-  Così vicina così lontana
    Arte in Albania
    prima e dopo il 1990


-  Stefano Grattarola
    Stanze: attenuazioni e riduzioni


 

NANNI BALESTRINI
rimbalzanoinfinitiistantisparpagliati

Unimedia Modern
dal 9 aprile al 30 maggio 2010


"Chirurgo del linguaggio": è con questa formula che Umberto Eco definisce l'attività poetica e visiva di Nanni Balestrini, uno dei protagonisti della Neo-Avanguardia italiana, venuta alla ribalta all'inizio degli anni '60, in un periodo di radicale rinnovamento della cultura italiana, sullo sfondo del boom economico.
Al 1961 risale infatti la pubblicazione ad opera dell'editrice Rusconi & Paolazzi, nella "Biblioteca del Verri", del volume "I Novissimi" nel quale erano raccolte composizioni di Pagliarani, Giuliani, Sanguineti, Porta e, appunto, del ventiseienne Balestrini. Qui l'autore esordiva con folgoranti montaggi in cui "contesti diversi, di epoche diverse, sono ritagliati, frantumati e mescolati fino a perdere il significato originario". "Ma dove stiamo andando col mal di testa la guerra e senza soldi? / oltre il tergicristallo ronzante? denotando una reale / e comune volontà di riscatto? che sciocchezze!", recitava allora con provocante ironia l'avvio del poemetto "Il sasso appeso".
Di questo procedimento di dissezione e sutura Balestrini doveva subito spingersi ad indagare il versante visivo. In quello stesso anno proponeva - ancora con Alfredo Giuliani, presso la Libreria Ferro di cavallo di Roma - una serie di collages creati con ritagli di giornale. Nel presentarli, Gillo Dorfles li ascriveva a "un'arte costruita coi frammenti autentici del nostro tempo, gli unici capaci di diventare anche resti del futuro": un'intuizione confermata a distanza di tempo dalla realizzazione di stele e colonne costellate di segni, monumenti innalzati dall'artista con le macerie della comunicazione contemporanea.
Nel suo connaturato sperimentalismo (che l'ha indotto, fra l'altro, a praticare fra i primi la "poesia al computer") Balestrini è approdato allo smembramento della parola e - da ultimo - a frantumare la lettera, inquadrandone i residui figurali in trame visive che tendono a disseminarsi sulla tela secondo una casualità sorprendentemente armonica.
Queste prove - unite ad altre anteriori in un concentrato percorso antologico - sono esposte sino al 30 maggio nello spazio della galleria UnimediaModern di Caterina Gualco, in una mostra il cui titolo, "rimbalzanoinfinitistanti-sparpagliati", descrive appropriatamente quella che Franco Purini ha chiamato "una meditata, poetica distruzione". Nei più nuovi fra i lavori in rassegna si constata come alla frammentazione dei segni lanciati nello spazio corrisponda una scissione nel tempo, concepito non più nell'ordinaria accezione di flusso irreversibile ma in termini di esplosione di unità fra loro indipendenti. Si produce così un'interferenza che, come l'autore stesso scrive nei versi del recentissimo "Caosmogonia", altro non è se non "un modo ellittico" per fare dell'immagine "qualcosa di continuamente fluttuante".

[Sandro Ricaldone, 1/7/2010]