MARIA REBECCA BALLESTRA: CAMBIANDO PROSPETTIVE
Unimedia Modern - Genova
dal 7 ottobre al 5 novembre 2011
“Il futuro è vicino. Il futuro è ora!”. Ad affermarlo è Maria Rebecca Ballestra, giovane artista ligure la cui attività si è sviluppata, attraverso residenze ed esposizioni, in un contesto marcatamente internazionale. Questo messaggio, a prima vista ottimistico, si rivela nelle opere elaborate nell’ultimo decennio un grido d’allarme, volto – come osserva Paola Valenti - a richiamare l’attenzione sul “paradosso di un’umanità che traguarda conquiste potenzialmente capaci di portare al suo stesso annientamento”. Di questa problematica l’artista presenta una versione incentrata sui temi dell’esaurimento delle ricchezze naturali e dell’interconnessione planetaria degli scenari economici che ne sono la causa.
Uno spaccato del suo percorso viene proposto - oltre che da un corposo catalogo edito da De Ferrari, che verrà presentato giovedì 13 ottobre alle 17,30 al Castello D’Albertis - tramite un ciclo di mostre riunite nel progetto “Changing perspectives / Cambiando prospettive”. Dopo l’avvio in giugno al Museo di Villa Croce, con l’installazione “Post-human Garden”, un giardino di piante geneticamente modificate da cui l’uomo è cancellata la presenza umana e un secondo episodio, tuttora in corso al Castello D’Albertis, sede del Museo delle culture del Mondo – la mostra “Eyes on Asia (and more)”, che raccoglie lavori realizzati nei soggiorni in Cina e India – sono state inaugurate di recente due altre esposizioni: “Il peso dell’umanità” allo Spazio Dogana di Palazzo Ducale, e “The Future is near. The future is now!” presso l’Unimedia Modern di Caterina Gualco. La prima rassegna documenta attraverso oggetti, video, registrazioni audio, progetti site specific quali “Memory of the Rain” creato nel 2009 in un villaggio del Rajastan logorato dalla siccità o Cannibalism (Castello Sforzesco, Milano 2005) sul traffico d’organi. All’Unimedia sono invece raccolte alcune fra le opere più recenti, fra cui l’installazione “US Food Patent” (2009) dedicata ai vegetali mutanti brevettati negli Stati Uniti, e i “Global Plots”, dello stesso anno, ricami all’uncinetto che raffigurano le zone investite da epidemie come la SARS o il morbo della mucca pazza. Chiuderà la manifestazione, al Genoa Port Center, nell’ambito del Festival della Scienza, il progetto “C’è un sacco di spazio là in fondo”, sul tema della salvaguardia dell’ambiente marino, attraverso l’impiego di tecnologie nate proprio da un “cambiamento di prospettiva”, nella mentalità e nell’utilizzo dei materiali.
[Sandro Ricaldone, 11/10/2011]