LA BIENNALE DECENTRATA
DI VITTORIO SGARBI
Pro e contro
In uno dei racconti di Chesterton, Padre Brown si domanda: "Dove un saggio nasconde una foglia?" E si risponde: "In una foresta". "Ma se non c'è una foresta?" "Allora ne fa crescere una".
Si potrebbe perciò ipotizzare che Sgarbi abbia fatto spuntare una selva di "biennaline" regionali (e non solo: saranno coinvolti anche gli Istituti italiani di cultura all'estero) come paravento per le critiche che la sua direzione del Padiglione italiano alla Biennale 2011 non mancherà di attirargli.
Ma una simile congettura cozza contro l'impermeabilità del suo ego alle critiche. Dobbiamo quindi pensare che il gigantismo dell'operazione non sia che una delle espressioni della sua inarrestabile foga inventiva.
Ad una pacata considerazione, nella trovata sgarbiana non mancano aspetti apprezzabili. Anzitutto il collegamento con la rassegna veneziana dovrebbe convogliare sulla galassia di manifestazioni locali una visibilità altrimenti insperabile. Non è da sottovalutare poi la possibilità di ricavarne un panorama della creazione artistica degli ultimi dieci anni assai più dettagliato dell'usuale.
Ma, nel contempo, non mancano le incognite. Se le contestazioni, come quella di Rossella Biscotti, vincitrice nel 2010 della prima edizione del Premio Italia Arte Contemporanea, che su Facebook ha chiamato gli artisti al boicottaggio, appaiono in certo senso funzionali a richiamare l'attenzione del pubblico, un rischio concreto è rap-presentato dalla mancanza di un credibile coordinamento nella scelta degli autori e nelle modalità organizzative.
L'impressione è che ogni singola realtà organizzerà le cose a modo proprio, dando luogo a disparità dimensionali e qualitative non da poco. I dati numerici inoltre, almeno per quanto concerne la nostra regione (si parla di una quarantina di artisti), sembrano eccessivi per una rassegna decorosa, tanto più in considerazione delle carenze finanziarie che ci affliggono. Si ignora infine se vi sarà uno strumento di ricognizione complessiva (un catalogo, o almeno un sito internet con idoneo corredo informativo).
Ma in definitiva a provocare i malumori più accentuati sarà la selezione. Vi si includeranno gli autori nati negli anni '20 e '30 tuttora attivi, i Bargoni, Bonifacio, Bruzzone, Caminati, Dellepiane, Mesciulam, Oberto, Sirotti? O si partirà invece dai nati nel dopoguerra, come Colombara, Crosa, De Luca, Fiannacca, Merello, Pretolani?
Fra coloro che hanno raggiunto la maturità nel decennio prescelto non dovrebbero mancare Francesco Arena, Mauro Ghi-glione, Giancarlo Gelsomino, Piero Millefiore, Fe-derico Palerma, Ivano Sossella, Cesare Viel, Luca Vitone. E nella pattuglia dei giovani potrebbe rientrare, fra gli altri, Rebecca Ballestra, Simona Barbera, Cesare Bignotti, Eleonora Chiesa, Silvia Cini, Guido Castagnoli, Alessandro Lupi, Giuditta Nelli, Christian Tripodina, Marco Villani ...
[Sandro Ricaldone, 28/3/2011]