L'Accademia vende i quadri
Il museo dell'Accademia Ligustica venderà trenta quadri alla Fondazione Carige. Il più antico presidio d'arte della città spera così di uscire dai propri guai: l'Accademia Ligustica di Belle Arti, unica in Liguria riconosciuta dallo Stato, ha un buco di bilancio di oltre un milione; l'annesso museo, che vanta sette secoli di storia dell'arte, da Perin del Vaga a Bernardo Strozzi e Anton Raphael Mengs, richiama a malapena mille visitatori l'anno e non ha risorse per aprire nei weekend. «La trattativa è in corso», spiega il presidente dell'Accademia, Raimondo Sirotti, che proprio ieri ha spedito ai vertici della Fondazione una lettera d'offerta con l'elenco delle trenta opere. «Vorremmo incassare una cifra superiore al milione di euro - spiega Sirotti - che tappi il disavanzo e ci dia fiato». Il Comune, che in base a una convenzione versa all'Accademia 520mila euro annui, minaccia di tagliare i fondi dall'anno prossimo, quando la convenzione dovrà essere rinnovata, e di chiudere il museo. Ipotesi denunciata a più riprese, in questi ultimi due mesi, dal Secolo XIX. «Se riusciremo a vendere quei quadri il museo rimarrà aperto» dice il suo direttore, il conservatore Giulio Sommariva. «Viceversa, la sua chiusura e quella dell'intera Accademia saranno inevitabili». La trattativa con la Fondazione Carige «è a buon punto», assicura Sirotti. I quadri messi in vendita non sono tra quelli di maggior pregio ma appartengono alle opere minori, stivate nel deposito. Secondo Sirotti, la vendita «non sarà dolorosa» anche perché la Fondazione «esporrà i quadri nei suoi uffici in via Chiossone, e il pubblico potrà visitarli». Le critiche non mancano. Eugenio Pallestrini, presidente del Teatro Stabile di Genova e consigliere d'amministrazione dell'Accademia fino al 2010, parla di «operazione legalmente molto dubbia». Per vendere quei quadri, racconta, il cda ha modificato lo statuto «non all'unanimità» e ha dato il via libera «allo smembramento di una raccolta storica». «Sarebbe stato meglio - sostiene Pallestrini - se la Fondazione Carige avesse preso quei quadri in comodato d'uso, anche per molti anni. Ma non per sempre».
Francesco Margiocco
Il Secolo XIX 10/11/2011