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novembre 2012 - novembre 2013



Mostre e Recensioni



-  Beppe Dellepiane:
    Ombra e sogno
    sono il peso della luce


-  Gianni Brunetti:
    Figure - Sequenze


-  Giuliano Galletta
    Non voglio essere
    me stesso


-  Marina Carboni:
    Paesaggi di Liguria


-  Lorenzo Penco:
    Un catalogo di cose perdute
    per un mondo possibile


-  Il Deposito 1963-2013
    L'avanguardia in riva al mare


-   Il lavoro dell'artista:
    Un percorso genovese


-   Michele Allegretti:
    Nebula


-   La visione fluttuante #2

-   Espoarte: intervista su
    La visione fluttuante #2


-  Gruppo 63
    Tessere per un mosaico


-  Rileggere il Marcatré

-  Piero Simondo:
    i monotipi 1954-1958



Ricordi



-  Gian Lupo Osti

-  Omaggio ad Aurelio Caminati

-  Franco Sborgi



 

OMAGGIO AD AURELIO CAMINATI


(1924-2012)



Ad un anno dalla scomparsa, mentre Albisola gli rende omaggio con una antologica allestita da Simona Poggi, Genova dedica ad Aurelio Caminati un ricordo nel luogo che ospita le sue opere maggiori per dimensione e impegno, il Teatro Carlo Felice, di cui l’artista ha decorato il primo foyer con gli affreschi de “La partenza di Guglielmo Embriaco” e “La costruzione di un fondaco nell’isola di Tabarca”.
Sarà il professor Franco Sborgi, amico personale e principale esegeta dell’opera del pittore scomparso, a tratteggiarne il lungo percorso – dall’inquieto realismo degli anni ’50 alle varianti pop e “citazioniste” del decennio successivo, sino agli esiti visionari dell’ultima fase - prendendo le mosse proprio da queste opere chiave della sua piena maturità, nelle quali i temi della partecipazione genovese alla prima Crociata e dell’espansione commerciale della Repubblica sono come trasfigurati da un potente afflato espressivo.
Afflato che nel primo dipinto si coglie non solo nella statuaria imponenza della figura dell’Embriaco, rappresentato nell’atto d’indicare imperiosamente la rotta verso la Terra Santa, ma nei volti contratti e nelle mani sbiancate che comunicano lo sforzo spasmodico dei rematori impegnati a guadagnare il mare aperto, mentre nel secondo si evidenzia nell’affaticata concitazione dei carpentieri raccolti attorno alla sagoma deformata di un cavallo da tiro.



Sandro Ricaldone