FRANCO SBORGI
(1944-2013)
Con la scomparsa di Franco Sborgi, Genova perde la figura che per decenni ha incarnato – in ambito accademico, ma non solo – l’impegno nello studio dell’arte contemporanea, secondo una linea che univa il contesto ligure al più ampio scenario internazionale, attraverso pubblicazioni, mostre e un dialogo continuo con gli artisti e gli altri operatori del settore.
Sborgi si era laureato a Genova, negli anni ’60, con Eugenio Luporini, ma il suo vero tirocinio l’aveva svolto collaborando con Corrado Maltese, che a Luporini succedette nella cattedra di Storia dell’Arte Medievale e Moderna del nostro Ateneo.
Per alcuni anni svolse il suo insegnamento nei corsi dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, presso la quale - affiancando Gianfranco Bruno - contribuì all’organizzazione della storica mostra dedicata all’opera grafica di Boccioni (1968) e dell’indimenticabile “Immagine per la città” (1972). In seguito, nel 1979, ottenne la cattedra di Storia dell’arte contemporanea, appositamente istituita, che fu in Italia in assoluto la terza, a testimonianza di un’azione culturale tempestiva se non addirittura anticipatrice.
Il suo principale campo di ricerca è stato senz’altro quello della scultura, nel quale si colloca l’opera monumentale “La scultura a Genova in Liguria dalle origini al Novecento” (1987-89) nonché i numerosi studi sull’arte funeraria e sulla diffusione della scultura italiana in America Latina, di cui è stato uno degli interpreti di maggior prestigio internazionale. Né vanno dimenticati i suoi contributi sulla pittura ligure di area informale, oggetto di una mostra nel 1981. Anche Palazzo Ducale e il Museo di Villa Croce hanno beneficiato del suo instancabile impulso progettuale rispettivamente con le mostre “L’arte della libertà” (1995) e “Attraversare Genova” (2004). Pur nella sua statura di accademico (ha diretto fra l’altro la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte, il Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Arti e Spettacolo e fondato l’ADAC - Archivio d’Arte Contemporanea) non ha trascurato un impegno militante nella promozione degli artisti, giovani e non: primo fra tutti Aurelio Caminati, da lui commemorato al Carlo Felice, la scorsa primavera, in una delle sue ultime uscite pubbliche.
Sandro Ricaldone