Atto costitutivo
del Gruppo Cooperativo
di Boccadasse
(frontespizio)







da sinistra:
Paolo Minetti, Carlo Fedeli,
Eugenio Carmi, Germano Celant.







da sinistra:
Paolo Minetti, Carlo Fedeli,
Oton Gliha, Flavio Costantini,
Kiki Vices Vinci.
inginocchiato:
Eugenio Carmi.







da sinistra:
Carla Lonzi, Oton Gliha,
Rodolfo Vitone, Ezia Gavazza,
Eugenio Battisti, Eugenio Carmi.





Multipli
delle Edizioni del Deposito


               Foto:

               Kurt Blum
               Lisetta Carmi
               Giorgio Bergami



Freefind - Search this site

  Click Enter
Google - Search the Web

Click Enter



Link:
RICORDO
DI EUGENIO BATTISTI

Link:
PER ROSA LEONARDI

 



GALLERIA DEL DEPOSITO
1963-1968
di Paolo Minetti

   

 

       Sabato 23 novembre 1963, mentre un colpo di fucile partito dall'antico magazzeno librario dell' università di Dallas fermava il cuore del più giovane e passionale presidente americano J.F. Kennedy, a Genova un gruppo di artisti, editori, giornalisti e fotografi, fondava il Gruppo Cooperativo di Boccadasse.
       Inauguravano la sede con sedici quadri blu, allineati in un angusto deposito carbonifero, di fronte al mare, sulla evocante piazzetta di Boccadasse. Bastarono pochi ma intensissimi anni per rendere noto in Italia e in tutto il mondo il lavoro di questi solitari ed impegnati intellettuali. In sordina, da una decentrata provincia italiana, Genova, l'impresa "artistica", con molta professionalità, tracciò un percorso senza ritorno dentro il vecchio e ambiguo mondo dell'arte. Il catalogo che la rappresentava, un vecchio e desueto foglio carico di notizie, riprendeva e fissava, anche graficamente, il sapore di una tico giornale di provincia.
       I fondatori dell'iniziativa stesero subito, con la prima mostra, una sorta di manifesto che indicasse non sollo l'inizio dell'esperienza ma se tracciasse anche una sintesi dei propositi programmatici con queste parole:   "... si apre a Boccadasse la 'Galleria del Deposito' con una mostra di opere di pittori italiani e stranieri legati dal filo di un colore. La galleria nasce per iniziativa di nove persone di diversa tendenza e attività. La forma di associazione da esse prescelta, la cooperativa, vuol sottolineare che il gruppo non si propone intenti speculativi. Al di là di ogni corrente e di ogni assolutismo artistico, il 'Gruppo Cooperativo di Boccadasse' intende compiere, attraverso mostre di opere e di oggetti, e con altre manifestazioni, un lavoro di aggiornamento nel campo delle arti visuali. Ogni attività di questo tipo presuppone, per essere svolta seriamente, un sia pur modesto impegno finanziario. E poiché il gruppo conta esclusivamente sulle proprie forze, accanto a mostre di carattere informativo la galleria allestirà anche mostre per la vendita al pubblico, allo scopo di autofinanziarsi. Mal'impegno che i promotori dell'iniziativa assumono sin d'ora, nei confronti di quanti vorranno seguirne l'attiività, è di accogliere soltanto opere, quale che sia la tendenza da esse rappresentata, valide come espressione del nostro tempo, che non è un tempo di crisi, come molti vanno dicendo, ma di autentico rinnovamento, con idee nuove che si fanno strada e idee vecchie che trovano una conferma o una nuova prospettiva".
       E Gillo Dorfles, introducendo la mostra inaugurale ed illustrando le presenze "blu" di quella serata, ne raccoglieva testimonianza e analisi critica affermando il senso della vernice con un concetto di Goethe: "il blu produce sull'occhio una particolare e pressoché indescrivibile azione: è, in quanto colore, un'energia ... costituisce una contrapposizione tra eccitamento e riposo".
       E così le opere di Max Bill di Corrado Cagli di Giuseppe Capogrossi di Enrico Castellani e Marc Chagall, Piero Dorazio, René Duvilier, Lucio Fontana, Sam Francis, Getulio Alviani, Gottfried Honegger, Achille Perilli, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato e Victor Vasarely, riempirono di splendore quella bella e strettissima sala che li accoglieva, tanto da far concludere a Dorfles: "... non si può parlare di una mostra di 'tendenza' ma neppure di una mostra aperta ad ogni tendenza, fuorché - e questa dovrebbe essere la funzione del Deposito - si è cercato e si cercherà di raccogliere qui tutto ciò che di vitale viene offerto dall'arte d'oggi, senza voler giungere alla formazione di raggruppamenti incolonnati e senza voler escludere la presenza di personalità affermate ove queste rivelino ancora una sufficiente carica vitale. Ci auguriamodunque e auguriamo al Deposito che il 'blu' costituisca l'innizio di uno 'spettro cromatico' quanto mai variato e vivace, e auguriamo alla nostra città di Genova di saper accogliere e ospitare co amore e con interesse questa piccola - ma speriamo efficace - iniziativa cooperativistica e artistica ...".
       La Galleria del Deposito promosse, durante la sua breve vita, trentasette manifestazioni, molte mostre personali e alcune rassegne informative culturali. Non pochi artisti ricevettero il battesimo e l'iniziazione sulla spinosa strada dell'arte: Flavio Costantini e Getulio Alviani, Paolo Scheggi e Marcello Morandini. Altri, già molto affermati, riproposero il loro lavoro in un clima di stimolante rinnovamento. Piero Dorazio e le sue intrecciate e fittissime superfici che tesero, proprio dalla sua mostra al Deposito, ad allargare le loro trame colorate. Enrico Castellani e le sue monocromatiche opere in rilievo.
       Con felice inventiva e generosità, Lucio Fontana produsse l' "ambiente nero", il suo secondo environment alla luce di Wood. Fu un successo di notevoli proporzioni. Arnaldo Pomodoro propose dei "flani tipografici" in ottone di conturbante bellezza. Ma altresì Vasarely e Soto con i loro esperimenti ottici intervennero in quello spazio di fronte al mare con grande forza penetrativa. Non da meno le opere dei due maggiori pittori costruttivisti svizzeri: Bill e Lohse. E ancora Carmi e Perilli con i loro festosi cromatismi. Gli oggetti, incantevoli nella loro geometrica tridimensionalità, di Lucio Del Pezzo. E Remo Remotti, Tilson e Gianni Colombo.
       Le mostre più anticipatrici sui tempi furono due. Una presentava solo oggetti d'uso comune (bacinelle e vassoi) decorati da artisti quali Lohse, Carmi, Alviani, Costantini, Perilli, riprodotte in cento esemplari. L'altra, serigrafie stampate dall'incisore jugoslavo Brano Horvat con delicata bravura.
       Un susseguirsi, insomma, di innovativa attività mentre la lista dei soci cooperativi andava aumentando. Ai sei fondatori si aggiungevano maturi ed affermati critici come Gillo Dorfles e Germano Beringheli, assieme al giovane di sicuro avvenire Germano Celant, ed artisti come Fontana e Soto, Vasarely e Lohse. Numerosi interlocutori attenti e informati delle vicende artistiche animarono non poco le nostre riunioni programmatiche. Fu una stagione intensa e caldissima, ricca di idee nuove per il settore in cui operavamo.
       Genova, sorniona come sempre, non se ne accorgeva. Sì, qualche "fiutatore" illuminato sorvegliava la nostra attività che, giorno dopo giorno, sempre più ci costringeva all' "attenzione" politica verso il mondo delle altre gallerie. Certo la nostra formula imprenditoriale aveva destato l'attenzione degli artisti e di tutti gli operatori del settore che lentamente avvicinavano il loro modo di procedere al nostro. Avevamo, insomma, inaugurato un modo diverso di presentare l' "arte", sino ad allora sconosciuto. Trattavamo il nostro "materiale artistico" non come un puro fatto mercantile, anche se davamo a questo aspetto tutto il peso necessario, ma come una fucina d'informazione.
Questa è stata la nostra ambizione. Non so se ci riuscimmo. Una ventata di freschezza, in quegli anni che vedevano nascere, timidamente, il primo boom economico, certamente la portammo.
       La Galleria fu un punto di attrazione, vuoi per i collezionisti, vuoi per gli intellettuali e le altre gallerie. In città come Los Angeles aprimmo una nostra rappresentanza riscuotendo una vasta eco in tutti gli U.S.A., come pure a Parigi, Londra, Milano, Roma, Zurigo e Berna, dove rappresentammo con assiduità gli artisti e la nostra produzione seriale: i Multipli che via via andavamo producendo. La Galleria del Deposito e con lei la struttura portante, la Cooperativa di Boccadasse, chiuse definitivamente i battenti il 5 maggio 1968.
       Si era esaurita, a ben vedere, una stagione artistica genovese e non solo genovese di grande interesse e attualità. Parigi in fermento cominciava ad animare le sue piazze. Si voleva la creatività al potere. Iniziava un'altra stagione, questa sì più sconvolgente e salutare per l'umanità tutta. Mentre noi, soci e curatori di questo splendido e radioso esperimento ci irradiavamo per il mondo più consapevoli delle nostre capacità.
       La Galleria del Deposito aveva prodotto:
38 Mostre:  Sedici quadri blu - Corrado Cagli - Getulio Alviani - Miroslav Sutej - Eugenio Carmi - Paolo Scheggi - 19 serigrafie - Max Bill - Miela Reina - Richard Paul Lohse - Achille Perilli - Ilija Bosili - 11 multipli - Oton Gliha - Herman Goepfert - I bambini del Vho del maestro Lodi - Victor Vasarely - Dusan Dzamonja - Karl Gerstner - Winfred Gaul - Marcello Morandini - 20 artisti con piccole opere - Kiky Vices Vinci - Jesus Rafael Soto - Lucio Del Pezzo - Arnaldo Pomodoro - Remo Remotti - Willi Gutmann - Agostino Bonalumi - "Situazione 66": dieci artisti - Gianni Colombo - Piero Dorazio - Umberto Bignardi - Joe Tilson - Lucio Fontana - Sue Bitney - Multipli.
32 Serigrafie in 100 esemplari firmati di:  Alviani - Carmi - Capogrossi - Costantini - Castellani - Bill - Lohse - Perilli - Vasarely - Dzamonja - Gerstner - Gaul - Morandini - Soto - Del Pezzo - Pomodoro - Colombo - Fontana - Wachsmann - Luzzati - Francis - Munari - Tilson.
16 Foulard in 33 esemplari firmati di:  Sutej - Fontana - Carmi - Bill - Costantini - Pomodoro - Alviani - Luzzati - Fedeli - Vasarely - Vices Vinci.
6 Vassoi in 100 esemplari firmati di:  Lohse - Carmi - Alviani - Costantini - Perilli - Luzzati.
18 Multipli in 100 esemplari firmati di: Morandini - Carmi - Scheggi - Alviani - Del Pezzo - Bill - Vasarely - Baj - Vices Vinci - Soto - Castellani - Colombo - Gerstner - Mari - Simonetti - Luzzati.
Gioielli in unico esemplare di Kiki Vices Vinci.

I 27 Soci componenti al Cooperativa di Boccadasse:  Bruno Alfieri - Getulio Alviani - Germano Beringheli - Max Bill - Kurt Blum - Eugenio Carmi - Germano Celant - Giulio Confalonieri - Flavio Costantini - Gillo Dorfles - Dusan Dzamonja - Germano facetti - Carlo Fedeli - Lucio Fontana - Mario Gavello - Karl Gerstner - Brano Horvat - Vera Horvat Pintirac - Richard Paul Lohse - Emanuele Luzzati - Paolo Minetti - Marcello Morandini - Achille Perilli - Arnaldo Pomodoro - Jesus Rafael Soto - Victor Vasarely - Kiki Vices Vinci.

(In questa pagina viene riprodotto, per gentile concessione dell'autore, il testo già pubblicato nell'ottobre 1989 - nella collana "Opuscola", a cura dell'Ufficio Ricerche e Documentazione sull'Immaginario - dalla Libreria Editrice Sileno di Genova)
 
 

 

Lettera sulle arti a Genova - a cura di Sandro Ricaldone      Home      Top      Contact