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Tr@ct - lettera
mensile sulle arti a Genova - a cura di Sandro Ricaldone
n. 10 - news & letters - 21 marzo 2001
INDICE: |
Egr. Onorevole Furio Colombo, Le scrivo in merito alla proposta di legge sulla
defiscalizzazione relativa all’acquisto di opere d’arte visiva contemporanea
(non so se sia poi stata trasformata in Legge) e anche perché conosco e stimo
la sua attività a favore della cultura italiana in generale. Io sono un artista visivo contemporaneo che, ahimè,
secondo i parametri della sua legge, (e quelli di un’altra Legge) non sono più
giovane e quindi escluso dagli
eventuali benefici della suddetta “motivazione all’acquisto”. Leggendo la relazione con la quale Lei propose detta legge
in Parlamento mi sono venute alla mente alcune discussioni fatte con amici
artisti della mia generazione (cinquantenni).
In sintesi il discorso era (ed è) questo: oggi chi ha superato una certa
età e non è in qualche modo inserito in qualche conventicola più o meno
potente, al di là dell’intelligenza e importanza del suo lavoro (e parlo di
lavoro di ricerca), può considerarsi emarginato a vita sia dalle Istituzioni ( che
giustamente si preoccupano dei giovani, ma perché poi mettere margini di età e
emarginare una seconda volta chi ha più di quarant’anni?) che dai privati che,
teleguidati da alcuni centri di potere reale, comprano soltanto ciò che gira a
determinati livelli (ovviamente parlo di collezionismo di un certo peso, non
del conoscente o amico che si impegna a sostenere il tuo lavoro con poche
lire). Allora che debbono fare gli artisti che, come me (e quanti
altri ne conosco) hanno impegnato la propria vita in un’idea (consapevoli del
rischio che correvano, ovviamente) per avere una qualche attenzione su ciò che
producono e pensano quotidianamente con (sembra una follia oggi) lo stesso
impegno e le stesse motivazioni degli anni “lirici”!? Mi intenda, non le scrivo per lamentarmi, come è
d’abitudine per noi genovesi che col mugugno si liberano di un peso e poi
‘tutto come prima’ , bensì per proporLe
una riflessione sulla politica culturale interessante la mia attività. Conosciamo le esperienze francese e olandese relative alla politica di sostegno delle arti
visive e non mi sembra che quelle esperienze abbiano dato risultati degni di nota sullo sviluppo dell’arte in
quei paesi. Altre esperienze relative a
incentivi pubblici alle arti sono state ancor più catastrofiche. A quanto pare non è semplice “aiutare”
l’arte (qualsiasi tipo di espressione artistica) da parte del potere pubblico
senza “condizionare” metodi e scelte legate e dipendenti da un concetto come
quello della “qualità” dell’opera; ma andiamo oltre. Ci sono in varie città d’Italia Musei comunali d’arte
contemporanea che potrebbero, se aiutati in modo tangibile, dare voce,
provinciale quanto si vuole (su questo poi si può discutere), a quanti artisti
operano da anni e producono seriamente e continuativamente (oserei dire
professionalmente) un lavoro intelligente e intellettualmente onesto. Penso ad un Ente cittadino che sia propositivo per chi
sceglie di impegnare la propria energia per creare qualcosa che dovrebbe essere
di tutti e, in relazione (in rete?) ai vari licei artistici (o ciò che saranno
con la riforma della scuola) e accademie, sia
orientativo per le nuove ricerche al di là delle fanfare del successo e
della spettacolarizzazione dell’arte visiva.
Esistono musei finanziati dall’Ente locale che
sopravvivono con bilanci da fame e sono
diretti da funzionari del comune che, a parte la buona volontà, non hanno mezzi
adeguati per essere all’altezza di ciò che richiede una presenza viva nella politica espositiva oggi; naturalmente penso
a Genova e alla sua Villa Croce. E
parlo di ‘politica espositiva’ perché l’arte visiva è fatta per essere “vista”
e non letta o mediata attraverso qualsivoglia video. Perché non pensare, sul piano della politica culturale
prima e legislativa poi, a rifondare questi Enti indirizzandoli, con mezzi e
dirigenze adeguate, verso un’attenzione mirata al monitoraggio su ciò che
accade in città, senza timore di falsi provincialismi; alla valorizzazione e
presentazione del lavoro di chi vive sul e nel territorio traendo da esso gli
elementi della propria ricerca. Spesso dalle cosiddette “scuole” o individualità locali
sono nate idee e presenze nazionali e
mondiali; perché avere timore di non essere “globali” se non si vuole a
tutti i costi essere omologati, se invece si vuole mantenere la propria
identità territoriale senza pretendere di imporla agli altri ma pretendere che
sia riconosciuta come quella degli altri, per ciò che vale, per ciò che può
essere in un contesto, questo si, globale. In questo senso gli Enti amministrativi decentrati,
aiutati da una legislazione mirata, potrebbero coinvolgere molte forze ancora
vive e costrette a navigare nel sottobosco delle gallerie “fai da te” o circoli
culturali vari, per avere il senso dell’ esistere. Non parlo di assistenza, mascherata in modi diversi, ma di
partecipazione, coinvolgimento, senso di appartenenza; argomenti che sembrano
datati, di un’ epoca morta e sepolta, ma che se sviluppati nel modo giusto
potrebbero essere, almeno in queste aree del pensiero creativo, una base su cui
poter anche “dire qualcosa di sinistra” senza pretendere che lo dicano i
cosiddetti “leader”. Si possono organizzare eventi minimali ma di interesse
generale senza dover ricorrere ai miliardi degli “stilisti”, o agli “aiuti”
statali ( vedi cinema d’autore!), dando
coraggio e dignità alle forze culturali presenti sul territorio col
riconoscimento e la considerazione del
loro ruolo, della loro identità. E’ solo un appunto per un ragionamento che, specialmente
oggi in occasione delle prossime elezioni, credo possa servire per pensare a
qualcosa di concreto, anche se difficile da attuare, al di là dei soliti premi o mostre concorsi
provinciali per artisti giovani dai 18
ai 40. (Ma Lei crede davvero che a 18 anni, ovvero a uno studente, sia utile e
educativo creare aspettative di lavoro in arte, invogliando qualcuno ad
acquistarne il “lavoro”?) La sinistra intelligente deve e può proporre qualcosa
di diverso da quello che abbiamo visto
da molti anni a questa parte. Molti
artisti e uomini di cultura aspettano segnali diversi da ciò che si vede oggi.
E io mi sono permesso di occupare un poco del suo tempo perché credo che Lei,
essendo uomo di cultura e politico (molti validi compagni sono o l’uno o
l’altro) possa fare qualcosa in merito, sia nel nuovo parlamento (e me/glie lo
auguro) sia in altri ambiti. Cordialmente Carlo Merello Genova, marzo 2001 |
ARTISTI A VILLA CROCE: SI REPLICA
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Dopo le contese, al limite dello scontro fisico, che hanno caratterizzato l'incontro del 21
febbraio, riservato - nelle intenzioni - ai soli artisti inclusi nella rassegna "1950-2000.
Arte contemporanea genovese e ligure dalle collezioni del Museo di Villa Croce", la cui
opera sarebbe stata giudicata dalla critica non adeguata sotto il profilo qualitativo
(tesi che, peraltro, una rilettura dei testi pubblicati smentisce radicalmente), una seconda riunione,
allargata questa volta a tutti gli artisti genovesi, è stata convocata da Luisella
Carretta presso il Museo per giovedì 28 marzo.
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MENTELOCALE, FINALMENTE
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È in rete da qualche tempo un portale genovese, centrato sulla cultura
ed il tempo libero, agile e intrigante, collegato ad un locale che ospita
incontri e mostre. Eccone le linee programmatiche per ciò che più
da vicino riguarda le arti visive: |
parole AL PS1
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parole,
dizionario dinamico della città contemporanea che sul tema
accosta definizioni, riferimenti bibliografici, immagini e links, sarà
presente al PS1 di New York nel maggio prossimo. |
Nella prospettiva del G8, a giugno si terrà a Genova, nella Sala
delle Compere di Palazzo San Giorgio, un convegno curato da Linda Kaiser
sulla relazione fra le arti e le carte costituzionali.
Su questo tema, arduo già per il passato e pressoché
insostenibile nel presente, verranno posti a confronto giuristi come Guido
Alpa, Andrea Fusaro, Fabio Torriello e (nei desiderata) studiosi d'arte del
calibro di Germano Celant, Harald Szeeman e Catherine David.
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Dal 27 marzo Caterina Gualco invita a visitare - nello spazio di Via Nino Bixio
2/6s a Genova - il suo archivio, esponendo libri, cataloghi, video, fotografie,
grafiche ecc. raccolte nei 30 anni di attività della galleria.
Sabato 21 aprile 2001, alle ore 18.30, verrà inaugurata la mostra
"Background Landscapes" di Daniel Spoerri. |
Fabio Rafanelli ha aperto a Genova, in Via Giordano Bruno 52 r., una nuova
galleria d'arte. La mostra inaugurale, affiancata da un catalogo con testi
poetici di Camillo Pennati, è dedicata a Raimondo Sirotti. Prossimo
appuntamento il 28 aprile con la prima personale genovese di Attilio Forgioli.
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CLAUDIO RUGGIERI NEGLI U.S.A.
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Claudio Ruggieri chiude la Pintapiuma di Via Caffaro e vola negli U.S.A. per una
mostra di un giorno nello studio di Lucio Pozzi a New York ed una personale
nella galleria di Giordano Pozzi a Berkeley.
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CANTARENA: UNA RIVISTA D'ARTE NELLA SCUOLA
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Nessun paradosso: la miglior rivista d'arte genovese viene prodotta in una
scuola media. Curata dal Prof. Mario Fancello, Cantarena riporta le
interviste fatte dagli allievi ad artisti come Filippo Falaguasta, Coco Gordon,
Luca Vitone, Mauro Ghiglione ed altri materiali di grande interesse.
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MOSTRE IN ARRIVO
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Aperta da poco la mostra di Alessandro Lupi da Joyce & Co, vengono annunciate
rassegne di Francesco Arena (Andrea Ciani, 24 Marzo), Rolando Mignani (il 28
marzo da Leonardi V-idea), di Antonio Sanfilippo (Studio B2, fine aprile),
di Rodolfo Vitone (Il Vicolo, inizio maggio)
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NUOVI SITI: ALESSANDRO BRUNO E MASSIMO PALAZZI
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Oltre al sito di Massimo Palazzi, segnaliamo la presenza sulla rete di
Alessandro
Bruno
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