TRACT LE ARTI A GENOVA E IN LIGURIA - LETTERA DAL PONENTE 2 - 21/05/2001

TRACT: arti visive a Genova e in Liguria
a cura di Sandro Ricaldone
n. 11 - 21 maggio 2001

LETTERA DAL PONENTE
di Alessandro Giacobbe

LA MOSTRA DI ROCCO BORELLA A SANREMO
ROMAN BILINSKI
DANIEL SPOERRI
ENZO MAIOLINO
APRICALE
ARTEMISIA UN NUOVO SPAZIO A S. STEFANO AL MARE



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LA MOSTRA DI ROCCO BORELLA A SANREMO

Nei locali del Museo Pinacoteca Civica di San Remo si è appena conclusa la mostra relativa all'esperienza di Rocco Borella. L'iniziativa, supportata dal Comune di San Remo e dalla Società Promotrice di Belle Arte, è stata supportata anche da un apparato critico, in forma di catalogo, ove compaiono gli scritti di Leo Lecci e Maria Teresa Verda Scajola. Quest'ultima ha pure contribuito in modo fattivo alla buona riuscita dell'iniziativa.
Sotto il profilo culturale nulla da eccepire, in teoria: San Remo ed il Ponente ligure hanno bisogno di queste iniziative, che possano variegare l'offerta espositiva e le possibilità di confronto per i molti giovani artisti locali.
La mostra ha consentito di ripercorrere in modo periferico la vicenda di più o meno recenti esposizioni genovesi, permettendo quindi ulteriori riflessioni critiche.
Indubbiamente la sezione "forte" era costituita dall'opera astratta e "cromemica".
Minore riflesso, invece, per le fasi aurorali, ancorché assai interessanti, nonché per le vicende del rapporto con l'opera di Klee. E minor peso pure per i coinvolgenti risultati finali.
Indubbiamente la ricerca di soggetti entro queste tre componenti della produzione borelliana palesava una certa difficoltà e forse l'elenco dei prestatori non appariva nutritissimo.
Peraltro non vanno sottaciuti i limiti fisici della sede espositiva, che non poteva non costringere a specifiche scelte, peraltro operate con oculatezza.
Infatti San Remo, la città dello spettacolo, a parere di molti, non ha un'adeguata sede pubblica per esposizioni che, anche in un recente passato, hanno voluto essere evento culturale di forte portata.
La soluzione del Museo Civico appare singolarmente straniante. Ma non è un Castello di Rivoli, dove fra gli stucchi barocchi talora una sola opera catalizza l'osservazione degli spettatori e si fa ambiente. Le sale sanremesi sono concepite quali ambiti di residenza privata e tali vanno considerate in prima battuta. Il rapporto anodino con le opere di penetrante modernità ci può anche stare, ma nel rispetto degli spazi, non nella necessità di presentazione adeguata delle realizzazioni. Appare chiaro, ad esempio, che le opere più recenti di Borella siano state sacrificate dalla presentazione nell'antica "galleria" di accesso con punto di fuga sulla cappella settecentesca, pure a ridosso dello spazio di accoglienza.
Peraltro le due bacheche con foto e materiale documentario appaiono "tranches de vie" che hanno sicuramente una loro ragion d'essere.
Ancora qualche osservazione tecnica, infine. San Remo è una città con gravi problemi di carattere museale. Per questa mostra, infatti, e per quelle che l'hanno preceduta, si è dovuto smontare l'allestimento permanente della pinacoteca. In questo modo, chi (mosso da chissà quale interesse specifico, dato che in fondo non è molto pubblicizzata) viene a vederla quando hanno luogo iniziative di carattere temporaneo, trova un'esposizione che probabilmente non lo interessa.
In secondo luogo le mostre hanno spesso carattere legato alla contemporaneità e quindi autori come Borella vengono proiettati senza adeguate mediazioni entro spazi di chiara impronta barocca. Se vi sia effettiva difficoltà di inserimento, non è compito nostro dirlo, potrebbe essere questione di gusto. E anche se la sala degli stucchi presenta le sue decorazioni completamente occluse dalle pannellature che sostengono i dipinti, appare chiaro che non ci si trova negli ambienti ampi e contestualizzati di Rivoli. L'esito, nel caso dell'esposizione di cui abbiamo ragionato, non è stato dei migliori: anche le poche opere della maturità apparivano sacrificate nel corridoio, ove già si stipa la raccolta statuaria.
Nell'impianto di illuminazione, decisamente composito, sistemi scorrevoli relativamente recenti si alternano ad apparati ormai obsoleti, disposti entro bacheche o agganciati alle rastrelliere, penalizzando la visione delle opere.
In effetti questo piano nobile del palazzo Borea d'Olmo, ove è ubicato il sistema Museo-Pinacoteca Civica, dovebbe essere visitabile per i valori che di per sé esprime. Ha il vantaggio della centralità, che a San Remo è un dogma, difficilmente superabile e comunque discutibile. S'impone però l'esigenza di una sede più adeguata e fruibile sia per la pinacoteca, che per le mostre, nonché soprattutto per il museo archeologico ricchissimo di oggetti di indubbia importanza, oltre che di un poderoso deposito. A proposito di fruibilità: la mostra di Borella era ad ingresso gratuito. Cosa positiva per le abitudini locali, ma sostanzialmente negativa in rapporto alla necessità di capire che in fondo determinati valori … devono valere. Però la abolizione di ogni remora economica non era in linea con una fruibilità effettiva… Le condizioni di accesso sono tali che si è ridotti a sperare che non si presenti un disabile alla porta del palazzo … né ascensore né scale sono attrezzate. E inoltre la mancanza di uscite di sicurezza e di un sistema di climatizzazione penalizzano fortemente il sito museale nel suo complesso. Ci si augura che nuove soluzioni possano venire dalla ristrutturazione (in corso) del forte di Santa Tecla, già carcere ed ora di proprietà demaniale, e dai lavori di riqualificazione del parcheggio che già era utilizzato come mercato floricolo.


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ROMAN BILINSKI

Conclusa con successo la mostra di Bordighera legata alla figura di Roman Bilinski (1897-1981), organizzata dal 14 aprile al 6 maggio presso "La Bottega dell'Arte".
Bilinski, originario di Leopoli, nella Galizia austriaca, ha risieduto lungamente a Bordighera, ove ha prodotto dal 1949 un considerevole numero di opere, fluttuando tra mille disposizioni tecniche.
Pittore "d'altri tempi", sorretto da una competenza tecnica di notevole portata, è uno degli interpreti più raffinati di una cultura intrisa di esotismo d'anteguerra e poi di amore per la natura vista come lotta per la sopravvivenza.
La mostra è stata curata dall'Associazione Culturale Nuovo '900 guidata dallo scultore Marco Farotto.


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DANIEL SPOERRI

Sempre a Bordighera è in corso una mostra di Spoerri… un exploit di Serafino Beniamino, di cui si potrà dire in una prossima corrispondenza. Al Centro Arti Visive in via Vittorio Emanuele, informazioni al 0184 264914.


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ENZO MAIOLINO

Ancora alla ribalta gli artisti dell'estremo Ponente. Enzo Maiolino, schivo artista ventimigliese, intellettuale interprete di un astrattismo rigoroso e penetrante, ottiene nuova attenzione nella dimensione critica tedesca: ha esposto fino al 13 maggio al Westfalisches Landesmuseum fur Kunst und Kulturgeshischte di Munster.


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APRICALE

Nuovo appuntamento ad Apricale, fino al 30 giugno: al Castello della Lucertola, tutti i giorni dalle 15 alle 19 c'è in mostra la collezione Ferrero, imperniata sulla figura di César.
Il piccolo abitato tributario della valle Nervia continua ad esplorare le possibili relazioni fra estremo Ponente ligure e dimensione artistica della Costa Azzurra, nella speranza di ricreare dopo secoli una realtà di linguaggio e di rapporto artistico nell'area delle Alpi Marittime in una dimensione autenticamente transfrontaliera.


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ARTEMISIA, UN NUOVO SPAZIO A SANTO STEFANO AL MARE

Novità anche più a levante, con grandi speranze per il futuro.
A Santo Stefano al Mare aprirà quanto prima una nuova "factory" artistica. Si chiamerà "Artemisia". Avrà sede lungo la via principale del borgo antico, al civico 16. L'ambiente si propone come sito per piccole mostre, ma soprattutto come luogo di creatività e di confronto.
Un singolare spazio, dotato anche di torchio per stampare opere dei soci e di quanti ne facciano richiesta.
Il gruppo di lavoro è legato dalla comune appartenenza, come docenti e soprattutto come alunni, all'Accademia di Belle Arti di San Remo. I promotori sono Milly Giovanelli, Alessandra Ercole, Roberto Simula, Daniela Abbo, Giuliana Schiavon, Caterina Legato. Si tratta di figure che, al di là del loro eterogeneità, affermano un rapporto sorgivo con il fare artistico.
Alcuni di loro hanno già alle spalle una certa esperienza creativa ed espositiva. Ad esempio, nell'ambito dell'incisione, la Legato, avendo vinto il recente premio della fondazione Maxime Goury-Laffont, sta lavorando alla preparazione di un'imminente mostra parigina. Si può trovare notizia di questa affermazione sul sito http://www.art-contemporain.com .


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