ESTATE IN APNEA
A Genova vigono ancora
cadenze d’altri tempi. L’estate (luglio almeno) è per il balletto, la musica
etnica, i cinema all’aperto. L’arte è in vacanza e forse non è così disastroso,
anche se risulta poco coerente con le conclamate aspirazioni turistiche della
città. Fra l’altro le strutture stabili, come Villa Croce rimangono aperte e
costano: non sarebbe opportuno inventare qualcosa di più stimolante
dell’esporre una raccolta di manifesti cinematografici? Se, come si pretende, fosse così difficile
costruire iniziative a basso costo, tutte le gallerie private o quasi avrebbero
già chiuso definitivamente i battenti. Eccettuate
le località che concentrano le iniziative artistiche in prevalenza nel periodo
estivo - come Albisola, ove è stata allestita una mostra-confronto con Nizza, o
Lerici, dove invece è andato in scena un omaggio, peraltro non inedito, al
gallerista-critico Emilio Bertonati - fra le città liguri è La Spezia ad
assumere un ruolo centrale in questo scorcio di stagione istituendo con le iniziative che
fanno perno sul rinato
Premio del Golfo un interessante gioco
di sponda con la X edizione della Biennale
di Carrara. Va dato atto agli organizzatori (fra cui spiccano il Comune e
la Camera di Commercio) di aver allestito un pacchetto di iniziative compatto
e, in apparenza, stimolante. I percorsi di scultura, a cura di Giovanna Riu, la
mostra sulle edizioni storiche del Premio, allestita da Marzia Ratti, una
rassegna dedicata agli artisti spezzini attivi nel lungo intervallo intercorso
fra le due ultime edizioni, e al centro, il concorso riservato a giovani
artisti europei scelti da direttori di musei coordinati da Pier Giovanni
Castagnoli. Il risultato non è stato,
tuttavia, pari alle attese. Il panorama tracciato nel padiglione montato in
piazza Europa non è gran cosa: riprese post-informali (Jason Martin, Avery Preesman),
figurazioni ironiche di matrice pop (Maurice Ganis, Julia Jansen), varianti di iperrealismo
grottesco (Maja Vukoje) e qualche affondo tecnologico (Cristiano Pintaldi, Simone Aaberg Kaern).
Schemi già visti, realizzati in versioni non folgoranti.
Rimane comunque importante avere collaudato la macchina organizzativa,
stabilito contatti con realtà di altre nazioni, con artisti e critici di
rilievo. Il modello del premio e il meccanismo di selezione altrove funzionano
(lo testimoniano le iniziative di Guarene Arte, allestite dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo). In futuro basterà forse abolire la
restrizione alla pittura e cooptare esperti, magari meno “istituzionali” dei
direttori di museo, ma più vivaci.
TUTTI GLI ARTISTI DEL CARDINALE
In
concomitanza con la ricorrenza giubilare, l’arte sacra (ambito fortemente in
crisi da almeno un paio di secoli) riprende quota a Genova - già teatro,
qualche anno fa’, di manifestazioni del gruppo Arte Redenta - con la
realizzazione di una Via Crucis da parte di quattordici fra gli artisti più
noti in città. Non sappiamo quale sarà la destinazione ultima di questo nuovo
ciclo pittorico. A deciderlo sarà presumibilmente il Cardinale Dionigi
Tettamanzi. Nulla da obiettare sull’iniziativa, che per alcuni dei protagonisti
(Fieschi, Mesciulam, Dellepiane e Job, in particolare) costituisce una ripresa
di temi profondamente sentiti, benché una mostra -
“Sentieri interrotti”, in
corso a Bassano del Grappa - abbia riportato in luce il tema dell’iconoclastia in senso lato come linea portante
dell’avanguardia artistica novecentesca. L’ideale opposizione fra i due eventi
non sembra infatti in grado di resuscitare le dispute fra gli autentici iconoclasti e
gli iconoduli, costringendoci ad evocare gli insegnamenti di Minucio Felice e
di Eusebio di Cesarea, di un Giovanni Damasceno e di Teodoro Abu Qassar, o ad
appellarci all’autorità dei concili di Elvira e di Costantinopoli. Nella
rassegna genovese, che andrà in scena nel chiostro triangolare di Sant’Agostino
dal 7/10 al 26/11/2000 con il titolo "Via Crucis 2000", in aggiunta alla presenza
di altri autori affermati (Caminati, Colombara, Di Giusto, che a quanto risulta è
stato l'ideatore della mostra, Sirotti) il principale motivo d'interesse è
costituito dall’attesa delle prove di artisti come Francesco Arena, Simonetta Fadda, Cesare Viel,
che appaiono lontani, anche per le modalità espressive abitualmente assunte nei
loro interventi, dal tema proposto. Una perplessità di fondo nasce, invece,
dall’evidente occasionalità dell’iniziativa, assunta al di fuori di una
qualunque riflessione d’insieme. E risulta curiosa la circostanza che a pilotare manifestazioni
come queste (oltre alla Via Crucis genovese, coordinata da Franco Ragazzi, la
IX Biennale d’arte sacra di S. Gabriele,
curata da Maurizio Calvesi) siano esponenti di un’area culturale tradizionalmente poco
sensibile, quando non refrattaria, alle istanze religiose. Tutti cambiamo con i tempi,
ma si potrebbe pensare che qualcuno esageri.
LUCA VITONE DAL PS1 AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Dopo l'intervento realizzato al Ps1 di New York
("A hole", aprile-giugno 2000), un buco animato dall'inserimento di apparecchiature da cui
venivano diffusi canti degli indiani d'America, antichi abitatori di Manhattan, e la
partecipazione a "La forma del mondo / la fine del mondo", allestita da Marco Meneguzzo
al PAC di Milano (14 luglio - 15 ottobre 2000) con una installazione fotografica già
presentata all'Open Space che riporta una sorta di deriva per il capoluogo lombardo a
partire da uno dei suoi simboli urbani, la Torre Velasca, Luca Vitone inaugura il 26
settembre al Palazzo delle Esposizioni
a Roma, "Stundaiu" una mostra/installazione/evento nell'ambito del ciclo "Sottozero",
a cura di Maria Grazia Tolomeo, aperto da Sol LeWitt con i suoi wall drawings nel maggio
scorso.
"Vitone" - si legge nel comunicato - "vede nel luogo l'origine della conoscenza e
ricostruirà per il Palazzo delle Esposizioni una piccola visione della città di Genova.
Genova, con le sue strade, il paesaggio, gli odori, i sapori, tutto quello che concorre
a creare le esperienze, diventa la metafora del luogo primigenio, da cui partono le basi
del pensiero e dei sentimenti e nello stesso tempo, per i fruitori, qualcosa di diverso
che deve essere conosciuto nel profondo".
OLTRE L'UNIMEDIA: 30 ANNI DI ATTIVITA' DI CATERINA GUALCO
Caterina Gualco si appresta a festeggiare i trent'anni di
attività, svolti dapprima nella sede storica di Vico dei Garibaldi, sotto l'insegna
dell'Unimedia e da ultimo nello spazio di Via Nino Bixio 2. Per l'occasione sarà allestita
una mostra in cui verrà presentata - oltre alla già nota raccolta di scatole d'artista,
peraltro ulteriormente arricchita - la galleria di ritratti realizzati, fra il 1983 ed il
2000, da numerosi artisti che hanno avuto legami con la galleria. Alla mostra si
affiancherà la pubblicazione di un numero speciale della rivista "Non capovolgere" che,
attraverso le riproduzioni dei lavori in mostra e di testi di presentazione delle due
collezioni, ricostruisce indirettamente il percorso della galleria, fra performances,
poesia visiva, arte antropologica, giovane artisticità italiana e Fluxus.
EXIBART APRE UNA PAGINA SULLE MOSTRE GENOVESI
Exibart,
probabilmente la più articolata fra le pubblicazioni in rete sull'arte contemporanea
in Italia ha aperto una una pagina dedicata alle mostre a Genova e in Liguria.
Attualmente la pagina, raggiungibile anche tramite il portale
Arianna, riporta una serie di recensioni su "Tiwanaku" a Palazzo Ducale, la mostra
di Aligi Sassu a Santo Stefano al Mare, rassegne di pittura e di scultura a
Ventimiglia e una intervista di Francesco Dufour a Pier Luigi Pizzi, lo scenografo che ha
allestito "El Siglo de los Genoveses".
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