Daniel Rothbart, 1998, alluminio, 52 x 52 x 16 centimetri
fotografia di
Francine Hunter McGivern
DANIEL ROTHBART: INTERVISTA |
TRACT - La tua mostra prosegue la ricerca sulle forme sacre del misticismo ebraico iniziata a Roma nel 1993 con le prime Semiotic Street Situations. Ma il tuo lavoro è molto diverso da quello degli artisti statunitensi che nella seconda parte del '900 hanno subito una analoga influenza. La tua partenza è palesemente diversa. Come? Per quale motivo? |
D.R. - Prima di tutto vorrei dire che il mio lavoro d'artista è meno legato al misticismo ebraico di quando vivevo in Italia, sei/sette anni fa. Ero venuto qui come borsista Fulbright e l'U.S.I.S. Milano mi aveva commissionato una conferenza sull'influenza della metafisica ebraica sull'arte americana. Il critico Enrico Pedrini ha sentito la conferenza, che ha suscitato il suo interesse, e insieme abbiamo sviluppato l'argomento nel libro «La Metafisica ebraica come uno dei fondamenti dell'arte americana.» La tesi del libro riguardava una propensione verso il pensiero astratto di molti artisti e critici di origine ebraica coinvolti nella vicenda dell'espressionismo astratto. Sostenevo che erano in qualche modo condizionati dal secondo comandamento del Decalogo, il divieto di fare immagini. E c'erano artisti, come Barnett Newman, che erano specificamente interessati al tema biblico della creazione e al misticismo ebraico. |
Non ero profondamente religioso, ma all'epoca ero interessato ai simboli del cabala e particolarmente all'albero della vita, «l'Etz chaim.» La ricerca di Barnett Newman riguardava colori e linee e quella di Wallace Berman prevalentemente il cinema e la fotografia. La mia invece si concentra sulle forme tridimensionali, dove si attua una tensione fra le forme, sensuali, organiche, e la fredda materia industriale (alluminio) mediante cui vengono raffigurate. |
TRACT - L'affinità con il mondo della natura che si manifesta nelle forme a seme, a bulbo, a ramo, non oltrepassa l'orizzonte che caratterizzava la tua ricerca negli anni '90 verso una dimensione primigenia? |
D.R. - Sì, il mondo della natura è essenziale alla mia ricerca. Sono cresciuto nell'Oregon, sulla costa occidentale degli Stati Uniti, ed i boschi e le montagne erano sempre molto vicini come punti di riferimento. Gli alberi sono fra i simboli più antichi dell'umanità, estesi come sono verso il cielo e legati, allo stesso tempo, alle profondità della terra. I loro rami parlano anche dello svilluppo psichico e intelletuale dell'uomo. Nonostante quest'aspetto simbolico dell'albero, sono i particolari degli aberi in natura che mi affascinano. Il modo in cui un albero nascente cresce da un albero caduto, o il modo in cui un albero si adatta per sopravvivere in posti battuti dal vento sono per me molto interessanti. La botanica mi interessa moltissimo ma nel laboratorio non posso fare a meno di creare una mia botanica personale. |
TRACT - Perchè hai associato il video e la fotografia alle sculture? Quale aspetto ti interessa, nel movimento? |
D.R. - Nel 1999 ho collaborato con regista Jason Banker per fare un cortometraggio Super 8 con le mie sculture. Da questa collaborazione è nato «Pollen» che riguarda la danza di corteggiamento di un gruppo di piante. In momenti di esuberanza, emettono polline. Questo polline si raggruppa e decide di attaccare le piante danzanti. Quando meno se l'aspettano, queste vengono inondate dal polline. L'installazione video da Leonardi V-Idea proviene da questo cortometraggio. Mi interessa molto l'idea di conferire movimento alle sculture, e nel caso di «Pollen» l'abbiamo fatto scatto per scatto con la cinepresa su uno strato di terra messo sopra il pavimento del laboratorio. Il mondo del cortometraggio diventa una realtà parallela per le sculture. |
TRACT - Pensi che l'immagine o il collage digitale domani possa sostituire la scultura? Credi che nel futuro le Semiotic Street Situations possano realizzarsi esclusivamente sul Web? |
D.R. - Mai! La rivoluzione della comunicazione digitale è molto importante per la disseminazione di informazioni e immagini ma credo ancora che l'esperienza di arte debba essere un'esperienza diretta. Attraverso Internet (nella maggior parte dei casi) il fruitore vede solo un pallido riflesso dell'opera originale. L'esperienza dell'arte su Internet è solitaria, e credo che sia importante anche l'aspetto sociale, discuttere con gli altri riguardo all'opera. L'arte vive meglio nello spazio reale che sullo schermo. |
TRACT - Come vedi la relazione fra il mondo dell'arte, della scienza, e dei comportamenti sociali? Lo scambio avviene al livello dei segni o dei contenuti? |
D.R. - La relazione fra l'arte e la scienza è molto interessante e consiglierei il libro «La freccia evolutiva dell'irreversibilità» di Enrico Pedrini, che riguarda l'influenza di Michael Faraday, James Clerk Maxwell, Albert Einstein e Werner Heisenberg sull'arte moderna. Questo libro è stato scritto prima della diffusione di Internet, e quest'ultima tecnologia ha chiaramente influenzato i comportamenti sociali e il rapporto fra la società e l'arte. Internet ha accelerato gli scambi di informazioni e di immagini. Prima si rifletteva di pìù nello scrivere (senza tastiera) e durante la ricerca di documenti (magari in biblioteca). Oggi sembra che la gente, particolarmente a New York, abbia meno pazienza, non rispetti l'importanza del dialogo, e si lasci cadere nella superficialità e nella mediocrità. È sempre piacevole venire in Europa dove Internet viene uttilizatta con maggior senso di prospettiva storica. Nel vecchio continente il dialogo e le esperienze dirette conservano la loro importanza. Nonostante ciò, consiglierei una visita al mio sito: "Semiotic Street Situations" . |
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GEORGINA STARR: IMMAGINARIO TRA CINEMA E MODA |
Grande affluenza, domenica 29 ottobre, alla performance allestita da Georgina Starr nella sala dello showproject Pinksummer . Preceduta da una conferenza al Centro della Creatività in cui l'artista inglese ha ripercorso gli sviluppi della sua ricerca (dalle prime animazioni con figurine ritagliate in fogli di plastica ai "teatrini" sonorizzati con conversazioni registrate nei bar e a "Tuberama", un musical sulla metropolitana londinese; dai finti aerei in legno poi confluiti in scenari d'impronta fumettistica alle "collezioni" d'oggetti radunate in stanze d'albergo per essere in seguito trasferite al museo), l'azione si poneva come il secondo episodio di una sequenza ispirata al film di Otto Preminger "Bunny Lake is missing", imperniato sulla scomparsa di una bambina (con l'aggiunta, nel caso specifico, di un richiamo a "Targets" di John Bodganovic, una strage perpetrata da dietro lo schermo di un drive-in). |
Il lavoro includeva la presentazione, da parte di alcune modelle, di una collezione di abiti creati da Georgina Starr nel tentativo di immaginare come Bunny Lake avrebbe potuto vestirsi da adulta. Colpiti da un gruppo di bambini armati di pistola questi ipotetici doppi si accasciavano l'uno sull'altro, filmati dall'artista. In ultimo compariva a sorpresa una figura enigmatica, in una mise la cui decorazione rossa richiamava il profilo di una macchia di sangue. |
Nonostante l'intelligente costruzione dell'evento, intrecciata di spunti ludici, tratti meta-narrativi, slittamenti fra i registri dell'evidenza visiva e dell'immaginario, l'attenzione del pubblico sembra essersi concentrata in prevalenza sul cerimoniale della sfilata e su quell'apparato della moda che - come notava recentemente Achille Bonito Oliva - da qualche tempo sta esercitando un influsso sempre più marcato sulla scena artistica. Il caso eclatante della mostra di Armani al Guggenheim (con allestimenti affidati a Robert Wilson) è sotto gli occhi di tutti. Anche per quanto concerne le sponsorizzazioni, si registrano ormai atteggiamenti invasivi (valga per tutti l'esempio dell'esposizione dei foulards di Ferragamo - di livello generalmente deprecabile - in coda alla mostra "Arte e lusso della seta a Genova", in atto a Palazzo Ducale). Quando poi non sono gli artisti stessi a realizzare una prospettiva di confusione arte-moda-vita, come sembra aver fatto Vanessa Beecroft, che - dopo le fortunate performances di ambientazione backstage o le parate in divisa - avrebbe messo in scena il suo stesso matrimonio , a Portofino, l'estate scorsa, trasformando gli invitati in comparse vestite di bianco. |
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MARIO GIORGIANNI: CONTRO VERSO |
Un artista che si affaccia sulla scena genovese con una mostra proposta da Salvatore Galliani allo Studio Ghiglione, in cui presenta ricerche - condotte attraverso la tecnologia digitale - sull'ambivalenza dell'immagine. |
GIOVANNI RIZZOLI: STATI DI CONFINE |
Dopo "Blindshow" con Claudio Ruggieri alla Pintapiuma, il 25 novembre 2000 Giovanni Rizzoli torna a Genova per inaugurare nello spazio di Caterina Gualco una mostra sulla possibilità della pittura che si realizza nella presentazione di quadri intitolati "Nero di gondola, vaso provvisorio infinito", che in qualche modo inaugurano la pittura come madeleine. Inoltre l'artista indossando il cono di damasco col quale si era presentato nel 1994 in una performance col latte, da vita a una nuova possibilità di pittura blu. |
BARBERI-VIEL: RITRATTO DI UN AMICO |
Domenica 19 Novembre alle 18,30 al Cinema Reposi il Film Festival Cinema Giovani di Torino presenta, per la rassegna "Sopralluoghi italiani", il film di Gianfranco Barberi "Ritratto di un amico", ispirato alla vicenda che aveva visto protagonista Cesare Viel (che nella pellicola interpreta sè stesso), cui - due anni fa' - era stato impedito di tenere all'Hotel Roma di Torino, nella stanza dove era avvenuta il 18 agosto 1950, una performance sulla morte di Pavese. |
NUOVI SITI: CLEARCO GIURIA |
Clearco Giuria, noto per la sua attività nell'ambito di Contaminazione e per le mostre tenute con Paolo Tedeschi da Leonardi / V-idea, ha messo in rete un sito in cui documenta la propria attività nell'ambito delle arti visive e della produzione video. |
GENOVA CAPITALE? |
Lunedì 20 novembre alle 18 presso il Salone di rappresentanza di Palazzo Tursi (Via Garibaldi 9), incontro sul tema: "Genova, una finestra aperta sul mondo: dal G8 al 2004". Partecipano Achille Vinci Giacchi, ministro plenipotenziario per il G8, il prefetto Antonio Di Giovine e il sindaco di Genova, Giuseppe Pericu. L'incontro, organizzato dall'UCID, dovrebbe consentire di fare il punto sulle iniziative in progetto per questi eventi che - al di là dei cantieri aperti in città - sembrano latitare. L'impressione è che l'occasionismo da cui è stata caratterizzata la politica culturale genovese sin dalle celebrazioni colombiane del '92 permanga dominante, senza aperture verso prospettive di ampio respiro. |
Su Genova Capitale europea della cultura nel 2004, l'editore De Ferrari propone in rete un nuovo sito, disegnato da Francesca Martino. |
AROUNDORFLES |
In occasione della serata in onore di Gillo Dorfles, che compie novant'anni, organizzata dal Circolo dei Buonavoglia all'Auditorium del Carlo Felice, il post-editore Francesco Pirella pubblica una raccolta di di omaggi allo studioso da parte di autori come Luciano Berio, Giuseppe Conte, Carla Costa, Umberto Eco, Mario Perniola, Renzo Piano, Edoardo Sanguineti. |
I testi possono essere scaricati dal sito della Fabbrica dell'anti-libro . |
JORN: LA COMUNITA' PRODIGA |
E' uscita, presso l' Editrice Zona, "La comunità prodiga", una raccolta di scritti, inediti in italiano, dell'artista danese, curata e presentata da Mario Lippolis. |
Il volume, difficilmente reperibile in libreria, può essere ordinato all'editrice, previo pagamento di Lit. 35.000 tramite versamento sul c/c postale 12048195 intestato a EDITRICE ZONA - Corso Buenos Aires, 144/4 - 16033 LAVAGNA, segnalando l'indirizzo cui va effettuata la spedizione e, nella causale, il titolo dell'opera. |
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