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VINCERE E PERDERE
IL 2004



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Plamen Dejanoff
GENOVA 2004 BUREAU
"Liste", Basel june 2002
stand pinksummer



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Genova 2004:
150 MILIONI DI EURO
per la capitale europea
della cultura


 


   

 

2004:  SPEZZATINO O BRAINTRUST ?

    Elezioni finite, squadra presentata. Poche sorprese, fatta eccezione per la cultura. Spezzettata fra quattro o più assessorati, con la supervisione del sindaco. E una prospettiva tutta orientata sul 2004.
    Da quel che si comprende, Pericu, rieletto a furor di popolo (e forse anche, come Chirac, a scanso di guai), intende cavalcare in prima persona l’evento, consapevole – nel bene e nel male - che, da un punto di vista mediatico e nell’impossibilità di una riconferma, lì si gioca il suo destino.
   Uomo senz’altro accorto, si è reso conto che il successo del G8, in gran parte derivato dalle Colombiane (i cui effetti si sono fatti avvertire soltanto alcuni anni dopo) ha tratto origine dal restyling della città, che intende portare a compimento.
    Dei guasti provocati da questa politica del remake (lontana da ogni idea di restauro filologico) non vogliamo lamentarci più di tanto. Non può spiacere che agli snob una chiesa della Nunziata rosa confetto anziché grigia. O una via san Lorenzo rivestita come per una prima comunione (a proposito: perché mai gli abitanti non vi stendono oggi mutande e lenzuola?  Forse perché più schifiltosi dei cosiddetti Grandi del mondo?).
    E dobbiamo dargli atto che non intende costruire, per illustrarsi agli evi futuri, una piramide in piazza Matteotti, né una superbiblioteca sulle rive del Bisagno.
    Ciò che preoccupa è proprio quello che il suo antagonista (se così è possibile definirlo) Berlusconi gli riconosce: il merito di essere buon amministratore. L’approccio che ha ispirato la frammentazione dell’ambito culturale è infatti prettamente amministrativistico. I Musei, le biblioteche, la promozione dell’evento, le politiche giovanili, agglomerate alla gestione dei forti e dei cimiteri, monumentali e in degrado. Una somma di competenze puramente gestionali. Quanto di più lontano si può immaginare da una corretta considerazione dell'azione culturale, di cui la città ha un disperato bisogno per ritrovare un'identità forte.
    Pericu osserva: “Per gestire la cultura a Genova ci vorrebbe un genio. E i geni non sono disponibili sul mercato per quattro milioni e mezzo al mese”. Affermazione da cui dissentiamo. Non ci vorrebbe un genio per rivitalizzare la cultura genovese. Sarebbe anzi più adatta, finalmente, una persona normale. E forse, se li cercasse davvero, gli individui idonei il sindaco potrebbe potrebbe trovarli anche gratis.
    La frammentazione delle competenze, in cui alcuni scorgono la costituzione di una sorta di braintrust, in grado di arricchire con punti di vista differenti la preparazione degli eventi del 2004, è in realtà una "presa di potere" del sindaco. Nè a migliori previsioni induce la composizione del team operativo del Comitato 2004, dove si registra una prevalenza di competenze organizzative e promozionali su quelle legate a specifici ambiti culturali.
    Per ricapitolare: la notizia buona è che Pericu vuole gestire in prima persona il 2004. Quella cattiva è che, per il resto, sembra bastargli che i musei aprano in orario. Con tutta probabilità, comunque, il nostro futuro (i prossimi cinque anni conteranno almeno per cinquanta) è già scritto e ci attende, se non una vita, almeno una città in rosa.

(12 giugno 2002)



 

Lettera sulle arti a Genova - a cura di Sandro Ricaldone      Home      Top      Contact