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6° Festival Internazionale di Poesia

John Giorno
e Derek Walcott
a
Palazzo Ducale
Murakami-Manetas da Pinksummer

Murakami
e Manetas
inaugurano
Pinksummer
Martini & Ronchetti: L'immagine ricreata

Martini
& Ronchetti
Fotomontaggi
1865-1945
Anni 60: Controcultura a Genova

Carlo
Romano:
Controcultura
a Genova
Tract n. 1 - 5/5/2000

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         LA FONDAZIONE CHE NON C'E'


21 maggio 2000

Bene le mostre quest’anno a Genova. Meglio quelle decisamente noiose (El Siglo) di quelle autenticamente importanti (Claudio Costa: l’ordine rovesciato). La sproporzione sarebbe sconvolgente (20 a 1) se non riflettesse un rivolgimento storico. Nel “Siglo” o poco dopo Genova guardava al contemporaneo. Chiamava artisti da fuori, faceva crescere i propri. Ora guarda indietro, inconsapevole d’essere sul punto di trasformarsi, ancora, in una “città globale”, sul tipo di Singapore o – più mediterraneamente – di Barcellona, come Nigel Harris ottimisticamente pre/vede  in un saggio pubblicato da “Il Secolo XIX” di oggi. Ma intanto si riabitua a guardare, e questo è importante. E’ guardando che inizia il training per imparare a vedere. E le cose stimolanti di quest’anno (per la loro distanza dal trend abituale: Muratami/Manetas; Nick Waplington) hanno fatto parlare, sia pur sotterraneamente, in misura bastante per concatenarsi a nuovi episodi.

Bene, dicevamo, le mostre, anche se le gallerie sono poche. Male e peggio, niente anzi, le fondazioni, che in Italia cominciano ad essere relativamente diffuse e che qui latitano. Milano ha Prada, in balia di un complesso esterofilo che si dipana in una sequenza d’importazioni sempre meno convincenti (da Sam Taylor-Wood ad uno spento De Maria, a Marc Quinn). Ma Prada, nonostante una gestione che rischia di assimilare l’arte alla pretenziosità tipica del mondo della moda, ha comunque fatto parecchio: un’ottima sede, alcune belle mostre, prima fra tutte quella di David Smith, poi di Louise Bourgeois e di Laurie Anderson, anche se con cataloghi spesso troppo pesanti e dal costo esagerato.
Torino ha Palazzo Bricherasio, citato soltanto per dovere di cronaca, data la costante inadeguatezza delle proposte, sempre una spanna sotto l’obiettivo, con la sola eccezione, forse, della mostra di Christo, e, nelle vicinanze, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che a Guarene d’Alba (in quella zona che sembra il Nord-Est del Nord-Ovest) mette insieme un melting pop abbastanza aggiornato con preferenze – per altro non esclusive -  verso la nuova Brit Wave.  Ad Alba capoluogo la Fondazione Ferrero si dedica agli eccentrici d’antan, locali ma supernazionali (per una metà almeno fokloricamente zingareschi e archeologicamente liguri): Beppe Fenoglio e Pinot Gallizio.
A Pisa la Fondazione Teseco per l’arte si muove in uno scenario cosmopolita (Miyajima, Abramovic, Oursler, Haring) ma senza dimenticare le realtà del territorio. E via dicendo.

Nel dire: a Genova niente, parlavamo del privato. Nella sfera delle istituzioni pubbliche va dato conto dell’esistenza della Fondazione regionale Colombo. Ma questa, sopravvissuta al suo scopo originario grazie all’insorgenza di problematiche del tutto estranee all’ambito culturale, sembra restare in piedi più che altro come espediente per acquisire in maniera indiretta la Collezione Wolfson. Oggi ha però una nuova chance, offerta dalla disponibilità delle sale al primo piano di Palazzo Ducale, gestite in precedenza dalla Fondazione Primo Levi.
Per le Kunsthallen invece niente del tutto, se non al livello, per ora labile, di progetto (ci riferiamo al futuro utilizzo degli spazi in darsena, di cui abbiamo parlato nella lettera precedente). Qui il modello di integrazione pubblico-privato su cui da decenni si regge, in buona parte, l’attività espositiva in Svizzera ed in Germania, non attecchisce. Ma la responsabilità non va in questo caso agli amministratori locali. Il fatto è che a Genova vige ancora il modello ancestrale del collezionista che accumula lavori e gelosamente li tiene per sé, preoccupato più della loro integrità fisica che della loro vitalità. Le scalfitture fanno premio su ogni opportunità e valore. Il solo esempio di attivismo, nel ramo, è quello di Enrico Pedrini, dovuto però ad una mutazione genetica, da cui è sortito un critico e un teorico, discutibile ma intrigante, degli sviluppi artistici d’oggi e, in prospettiva, di domani.
Non resta che sperare (contro ogni logica) nel richiamo dell’imitazione. Anche se è più probabile, oggi, che a Sanremo qualcuno inventi una fondazione Calvino, dedita ad allestire mostre sulla leggerezza, piuttosto che un'azienda o qualche notabile genuense decida di esporsi. Capirà qualcuno che l’arte può essere anche un affare, se non altro in termini di comunicazione?  Perché mai Prada continua l’attività anche dopo Luna Rossa? Per sola deriva inerziale o con qualche aspettativa di “ritorno” economico?

 

         I NUOVI AMICI DEL MUSEO

 

E’ annunciata per giovedì 16 giugno alle ore 18,15, la presentazione della nuova associazione culturale “Amici del Museo di Villa Croce”, presieduta da Fabrizio Boggiano.
Fa piacere scoprire che il Museo - di cui da molti anni siamo usi sentir vituperare la gestione - ha degli amici.  Probabilmente la correzione di rotta apportata nell’ultimo periodo (workshop di Allan Kaprow, retrospettiva di Claudio Costa) ha convinto qualcuno che valesse la spesa di tentare un’operazione che secondo una antica terminologia politica potrebbe definirsi “entrista”.  E forse il piano di ristrutturazione del sistema museale abbozzato dai consulenti del Comune avrà fatto comprendere ai responsabili del Museo come il proseguimento di una conduzione totalmente autoreferenziale rischi (e rischia davvero, se dobbiamo credere agli intenti manifestati, ancora in campagna elettorale, da esponenti di spicco della attuale maggioranza) di portare alla chiusura.
Per quel che ci riguarda siamo persuasi che sarebbe stato preferibile dar vita ad una associazione per l’arte contemporanea del tutto indipendente.  Ma, si sa, il meglio è nemico del bene. Accontentiamoci.  Senza turarci il naso e senza intonare peana. Vogliamo però (questo sì) che i responsabili dimostrino nei fatti la volontà di aprire il Museo all’apporto di tutti e non solo all’influenza dei suoi neo-sostenitori.  E che, con altrettanta chiarezza, riconoscano pubblicamente di avere sbagliato quando si arrogavano diritti non di loro spettanza.  Non saremmo entusiasti di sentire, passata la crisi, qualcuno dire di nuovo: “nel mio museo, le mostre si fanno soltanto se le curo io”.

 

         LE SPILLE DELLA SIGNORA ALBRIGHT

 

Un tempo i diamanti del Maharajah costituivano l'argomento di romanzi d'avventura. I gioielli della Corona, una attrazione turistica londinese, oltre che il tema di un fumetto dell'Ispettore Mortimer. Ora le spille del Segretario di Stato U.S.A. vengono esposte al Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce. La sindrome del G8 comincia a manifestarsi?

 

         WAKE UP!

 

Nell’edizione precedente di Tract era stata annunciata la presentazione della Banca dati dei giovani artisti genovesi (http://www.comune.genova.it/giovani/creativita/ gai/gai.htm). Dato il dovuto risalto all'evento, avevamo tuttavia lamentato carenze nel censimento di quelli che vengono definiti “servizi”. Per quel che concerne le arti visive venivano infatti riportate soltanto quattro schede, dedicate rispettivamente all’Accademia Ligustica, Viana Conti, Antonella Berruti ed alla nuova Galleria Pinksummer. Commentavamo allora: "Niente da dire su queste segnalazioni. Molto invece sull’inerzia (per essere benevoli) di chi gestisce queste cose. Nessuno sa tutto, ma forse è l’ora di destarsi dal letargo burocratico".
Non sappiamo se della nostra nota abbiano preso visione gli interessati. Se così fosse saremmo stati capiti a rovescio. Un nuovo accesso ci ha consentito di verificare come le schede siano state ridotte a due (Accademia Ligustica e Pinksummer). Non vorremmo insistere troppo ma ci sembra probabile che in città esista anche altro.

 

         NOTIZIE

 

-          Claudio Costa attraverso i quattro elementi: Miriam Cristaldi pubblica un libro-diario sul percorso dell'artista fra il 1986 ed il 1995  (disponibile da Feltrinelli e presso la Libreria di Palazzo Ducale)

-          Mostra di Luca Vitone al PS1 di New York presentata da Carolyn Christov-Bakargiev  (aprile-maggio 2000)

-          L'ordinamento sensibile, una mostra dedicata al Collettivo genovese Ricerche Estetiche Concrete e ad altre formazioni autogestite, attive negli anni '70, in una rassegna alla Tour Fromage di Aosta, curata da Germano Beringheli. Del R.E.C., che ha dato vita all'esperienza espositiva del Centro del Portello, facevano parte Sergio Antola, Carlo Bruzzo, Sandro Cortesogno, Giovanni Di Nino, Paolo Nutarelli, Diego Torri. (sino al 28 maggio 2000)

-          Dal 27 maggio 2000, al Centro Allende di La Spezia, La Beat Generation e la sperimentazione Anni Sessanta fra La Spezia e Genova, una rassegna curata da Giovanna Riu di cui è protagonista il Gruppo di Studio (Paola Campanella, Olga Casa, Maurizio Guala, Luigi Tola, Rodolfo Vitone, Daniela Zampini, Guido Ziveri) attivo a Genova, secondo modalità tra pop art e poesia visiva, attorno alla galleria Carabaga e alla rivista Trerosso. Il 9 giugno si terrà una tavola rotonda sul tema: "Avanguardie sperimentali: parole e immagini tra La Spezia e Genova negli Anni Sessanta". Da segnalare anche la mostra documentaria sulla Beat Generation, a cura di Giampaolo Atzeni.

-          Dopo la fuggevole comparsa alla Palazzina San Lorenzo (Porto Antico) nel novembre scorso, Outsider Art, rassegna dedicata alla "Casa degli Artisti" di Gugging, a cura di Linda Kaiser, va in scena dal 2 giugno al 2 luglio 2000 a Ivrea, presso l'Archivio Storico Olivetti.

-          Dal 5 giugno 2000 verrà attivato presso la sede della Soprintendenza ai beni artistici e storici della Liguria (Palazzo Reale) uno "sportello" per formulare segnalazioni e richiedere indicazioni nelle materie di competenza. Lo sportello sarà operante ogni lunedì dalle 8,30 alle 13,30.

-          In mostra, alla Triennale di Milano, sino al 30 luglio 2000, l'opera di Flavio Costantini. La rassegna, intitolata La luce del silenzio è curata da Arturo Schwarz.

-          Piergiorgio Colombara partecipa alla rassegna Sculptures sous le soleil d'Antibes, che si inaugurerà il 16 giugno 2000 al Chantier Naval Opera.

-          El Siglo del los Genoveses: la mostra è stata prorogata sino al 2 luglio 2000

 

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tract - lettera sulle arti a Genova

a cura di Sandro Ricaldone