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Villa Curlo - Taggia Accademia di Belle Arti di Sanremo
Villa Levi Alassio
Carlo Levi "Carrubo", 1972
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NIKI DE SAINT PHALLE AL MAMAC DI NIZZA
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LETTERA DAL PONENTE/
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LETTERA DAL PONENTE/4 (Pinacoteca Levi ad Alassio - Rosariana a Taggia - Bosco magico a Lingueglietta)
di Alessandro Giacobbe
Iniziative "a macchia di leopardo" nel Ponente. Come al solito emergono punte
innovative ed imprese solitarie, mentre latitano alcuni livelli generali, anche legati ad
amministrazioni pubbliche normalmente ammantate di prestigio. Così a San Remo dove si rincorrono
mostre (l'ultima è quella di Nanni Bensa) legati a pur meritevoli autori di ambito locale, ma in siti
non sufficienti e con l'esclusione temporanea delle raccolte permanenti. Un controsenso !?
Intanto ci si può rivolgere alle note positive. Il primo riferimento arriva da Alassio. Si parla di
un'inaugurazione molto "glamour" con tanto di ricevimento sul tetto di un hotel di vaglia.
Niente da dire, tutto molto bello e molto buono. La vera attrazione era comunque il "contenitore"
ed il "contenuto" solido alla base di tutto: la nuova pinacoteca dedicata a Carlo Levi. L'involucro,
in primis, riallestito nella sua completezza dallo studio di Piero Fantoni e Sandra Gatti.
Era un'anonima sala di riunioni, con il tetto in cemento armato, in un palazzo storico.
Ora è uno spazio lindo, ove la perfetta diffusione di luci puntiformi è calcolata in base alla
schermatura della feroce luce naturale che proviene dal mare. Lo spazio espositivo è ampliato con
l'inserimento di un elemento centrale, che separa l'area di accoglienza da settori di applicazione.
Una vetrina ci fa entrare in contatto con il personaggio senza essere troppo memorialistica. Si parla
di Carlo Levi. Certo, tutti conosceranno i suoi libri. Molti non sapranno che è stato a lungo ad
Alassio, dove la famiglia aveva la classica "casa delle vacanze".
La lungimiranza delle operazioni del Comune ha convinto la Fondazione Levi a cedere quelle opere (22)
che avevano un legame con la frequentazione alassina. Si nota un'evoluzione formale ed una decisa e
continua capacità di riferimento ad una forma espressionistica densa di materialità e di penetrazione
poetica, empatica, con il paesaggio e con le persone che hanno "fatto paesaggio". Piero Fantoni ha
sottolineato la perpetua presenza di molti punti ritratti con le sue adamantine fotografie in bianco
e nero. Il caro bianco e nero ormai soppiantato dalla pratica grafica, scattato a favore di un pedaggio
al colore. Incisivi soprattutto alcuni ritratti, da quello dei nipotini (presenti e cresciutelli),
fino ad un versicolore Italo Calvino. Inutile dire che anche la climatizzazione è perfetta e permette
di ospitare anche realtà in temporaneo accoglimento. I ben informati riferiscono di contenziosi tra il
buon Fantoni e la ditta fornitrice delle luci, perché queste…non cadevano nel modo voluto… Inutile
dire che tanta attenzione non si nota molto spesso.
Resta il problema della gestione, ora affidata ad un operatore dell'Istituto di Studi Liguri… apertura
venerdì, sabato e domenica dalle 16.30 alle 19. Un operatore unico, benchè ragazzo di solida cultura.
Speriamo che riesca a far tutto…
Molto più ruspante, ma piena di entusiasmo, la proposta dell'Accademia di Belle Arti di San Remo, allestita nella
seconda metà d'aprile. Una buona occasione per tuffarsi nel calderone storico-artistico di una città
monumentale spesso misconosciuta. È al territorio che si rifà l'esperienza degli allievi dell'Accademia.
Si tratta di quei 15 Misteri del Rosario che circondano le immagini mariane, diffuse in tutta la Liguria
Occidentale… Ora sono stati reinterpretati. Rivisti ed ambientati in un contesto storico-monumentale
e naturalistico. Da un lato ci ha creduto anche il Comune di Taggia… e così ecco un risultato non privo di
momenti diseguali, ma incoraggiante per volontà. L'Accademia ha quest'anno molti studenti nuovi, taluni
stranieri e lontani da una realtà così specifica come una devozione particolare della cristianità
occidentale.
Due sono i caratteri che distinguono l'operazione: da un lato il confronto fra gli allievi del primo
anno e la maturazione di quelli già al termine del loro percorso. Dall'altro il superamento della sola
espressione bidimensionale della tela, per un approdo all'installazione multimaterica, che ha dato
soluzioni interessanti.
La realtà evocativa della Natività è per Misao Oshiro (giapponese, of course) un tentativo di mediare
fra intimismo orientale e mistero cristiano. Paloma Almela Garcia punta sul colore e sulle forme
sinuose nella Visitazione nella Predica ai Dottori. L'Annunciazione della coppia Pagliano-Giannone è
leonardesca, ma efficace; la stessa coppia di realizzatori appare più criptica nella Presentazione al
Tempio. Il dramma si avverte nelle plastiche forme realizzate dalla Mazzarella assieme alla Di Federico,
con un accento fin troppo drammatico per l'Agonia nell'Orto.
Nelle installazioni esterne si arriva alle tendenze più evocative, con il legno ed il materiale di
recupero che si ergono a protagonisti dinamici. La Flagellazione di Rodini e Simula, la Crocifissione
della Acquarone assieme alla Tomassini, l'Incoronazione di spine della Schiavon e della Dobiasova (una
ormai laureata e l'altra appena arrivata) e soprattutto la potente Andata al Calvario di Roberto Simula
appaiono anche una metafora di vita nella quale è possibile specchiarsi.
I Misteri gloriosi sono stati realizzati in forma sintetica, adoperando il vetro, con una disposizione
a pianta centrale che conclude un ambientamento ed una relazione specifica con le strutture. Non a
caso si trovano nella cappella: l'installazione conchiude un centro focale che, a tutt'oggi, appare
difficile da eliminare dal contesto, così come del resto accade per le altre, effimere, dimensioni
creative.
Una sola parola, ma decisiva, per i coordinatori: non solo il preside Giuseppe Buscaglia, ma anche gli
insegnanti, Giovanelli, Merolli e Forconi, capaci di seguire in poco tempo sensibilità tanto disparate.
La miccia è stata innescata da chi scrive.
Un ultimo richiamo per quel che accade nei dintorni di San Lorenzo e sulle sue alture, con la tedesca
Karin Grudda impegnata nella creazione del suo bosco magico a Lingueglietta. Quello che un tempo
appariva come un trafficato incrocio sull'Aurelia ora vive una rivitalizzazione del paese: qui si
possono ammirare, per poco, forse, opere firmate da Karin Grudda, Daniel Spoerri, Pierre Fernandez
Arman, Georges Boisgontier, Luigi Gheno, Krzysztof Bednarski e Tommaso Cascella. Staremo a vedere.
Saluti dal sole…
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