GENOVA 2004 – 2006 -
UN BILANCIO PER IL FUTURO
INTERVENTO DI BRUNO GABRIELLI
PALAZZO DUCALE, 16-05-2005
"Buongiorno a tutti. Siamo qui a dare conto del lavoro impostato con la conferenza strategica del 1999 e con il conseguente piano della città del 2002. Ci è stato chiesto più volte quale è l'idea di città che abbiamo perseguito e intendiamo perseguire. Qualcuno lo ha chiesto in modo retorico, intendendo che l'idea di città non l'abbiamo. Vorrei rammentare che nel 1999 avevamo impostato il nostro lavoro su sette assi strategici: città di tutti (città della solidarietà), città della qualità (la città fisica), economia e lavoro (interventi per l'occupazione), città superba (la promozione della città), capitale portuale (il porto al centro dell'economia), capitale della cultura (in vista del 2004 ma non solo), la gestione della città per il rifunzionamento della macchina comunale.
Lo sviluppo delle azioni contenute nei sette assi strategici restituisce appieno un'idea di città che è fondata sulla necessità di far sì che la profonda crisi industriale degli anni '80 che tutte le città europee hanno conosciuto si trasformi in una serie di opportunità. Il piano della città è nella sostanza definito da una serie di azioni urbanistiche, sociali, economiche e culturali contenute in specifiche schede. Abbiamo aggiornato tutte le schede e possiamo affermare che il bilancio fra ciò che si proponeva di fare e ciò che si è fatto è un bilancio attivo ed è a disposizione di tutti.
Il piano strategico posto in atto è dunque un sistema di azioni interrelate. Questo è il piano della città e l'idea che persegue è la riqualificazione della città per migliorare la sua vivibilità e qualità ambientale per i cittadini ed i turisti, ma soprattutto per migliorare la sua vivibilità e la qualità ambientale per la localizzazione di nuove attività economiche. Sono stati utilizzati gli eventi: il 1992, il G8 nel 2001, il 2004 città europea della cultura hanno trasformato Genova. Nell'arco di 12 anni la città è diventa più bella, si è detto; si tratta di interrogarci su ciò che si è fatto, sui risultati di ciò che si è fatto, sulle conseguenze, sui meriti e i demeriti di questa operazione durata tanti anni e che oggi ci accingiamo a valutare.
In primo luogo vi è un riconoscimento che ci viene da tante parti. Dagli studiosi dei processi di trasformazione urbana e territoriale a livello nazionale, europeo e mondiale ormai Genova è conosciuta, studiata, apprezzata per aver realizzato un vero e proprio progetto urbano. Dai turisti, che prima del '92 erano una specie rara e poco visibile e che ora è presente nella città, si vede e presenta caratteristiche apprezzabili perché vivo è l'interesse a conoscere la città.
La non presenza in Genova di opere eccelse o memorabili fa sì che si apprezzi la città nel suo insieme anche se essa presenta un esempio singolare e unico di un'intera strada di palazzi del sedicesimo secolo di grande qualità architettonica. Dai cittadini infine, che hanno dimostrato di sapere utilizzare al meglio il nuovo spazio pubblico messo a disposizione; intendo parlare di strade e piazze pedonalizzate attraverso interventi di valorizzazione che hanno rinsaldato l'identità urbana di una città con forti crediti di manutenzione urbana.
Tutto questo è testimoniato da un'attenzione imponente dimostrata dalla stampa nazionale ed estera che nel corso del 2004 ha scoperto Genova. Io mi occuperò, nel corso di questo intervento dei processi di trasformazione urbana che sono stati portati a termine e di quelli che avverranno.
Sullo sfondo del nostro rinnovamento urbano vi è la profonda crisi della città culminata negli anni '80, crisi industriale del colosso d'argilla delle industrie a partecipazione statale e crisi parallela del nostro porto. Una crisi che ha attraversato la maggior parte delle città europee ma che per Genova è stata durissima e di lunga durata, se ci riferiamo anche ad uno solo ma assai significativo dato: nel 1967 Genova aveva raggiunto 850.000 abitanti e oggi ne ha poco più di 600.000, una perdita secca di cui ancora subiamo le conseguenze.
La città degli anni '80 è una città vittima della disoccupazione e del degrado urbano, una città invecchiata nelle sue aree centrali e periferiche e sviluppata dal dopo guerra fino ad allora nei modi e nelle forme di un vero e proprio disastro urbanistico di cui ancora oggi subiamo le conseguenze.
Il primo segno di una volontà di ripresa è l'expo del '92, una scelta suggerita da Renzo Piano, approvata e promossa da Fulvio Cerofolini e portata avanti da Cesare Campart, anticipata vent'anni prima da un grande urbanista francese, Robert Ausel, che nel '63 faceva parte della commissione per la revisione del piano regolatore presieduta da Giovanni Astengo. Si tratta di una scelta fondamentale, di portata tale che solo oggi, nella sua fase più matura, è completamente misurabile. La città acquista, con quell'intervento, il suo parco urbano oggi fortemente integrato al centro storico e risorsa straordinaria per i cittadini.
L'idea dell'acquario, dovuta a Claudio Burlando, si dimostrò essere vincente con il suo enorme successo di visitatori ancora costante nei grandi numeri. La ricostituzione nel '95 della società Porto Antico attuata dal Sindaco Adriano Sansa, che individuò in Renato Picco il gestore più efficace dell'area dell'Expo, si è dimostrata altrettanto felice. La città ha acquistato un grande apparato di servizi, a partire dal centro congressi, grande motore per lo sviluppo del turismo congressuale, ma soprattutto ha fatto scoprire da vicino il suo più bel paesaggio urbano: il porto.
C'è un grande antecedente, frutto di una lotta urbana che fu rovente nei primi anni '80: la fascia di rispetto di Prà, una vittoria dei cittadini nei confronti di un Consorzio del porto che portava avanti la realizzazione del nuovo porto di Voltri ignorando del tutto le conseguenze ambientali e le esigenze dei cittadini. E' questa una pagina importante della nostra vicenda urbana culminata nel 1986 nell'accordo fra la civica amministrazione e il Consorzio autonomo per lasciare libera una fascia di rispetto tra il nuovo porto e l'abitato, oggi utilizzata per il canale di calma e le attrezzature pubbliche con il parco lungo la linea di costa.
I grandi eventi 2001 – 2004, maturati sulla scorta dell'esperienza del 1992, sono stati la leva per un rinnovo urbano senza precedenti. Una leva determinante, ma la sostanza del processo risiede in un insieme di opportunità messe a sistema da un piano coordinato di interventi, il piano della città di cui ho detto. Nel corso del '99 maturò la candidatura di Genova a sede del vertice G8 e si intrecciò con la conferma della candidatura presentata dalla Giunta Sansa per Genova città europea della cultura 2004. Due occasioni che occorreva sfruttare al meglio. La Giunta Pericu si trovò, nel 1998, ad avviare un cospicuo numero di P.R.U. preparati dalla Giunta Sansa ed oggi in gran parte realizzati e qui vale la pena di sottolineare la grande capacità dei nostri uffici comunali di cogliere le più diverse occasioni di finanziamento di qualsivoglia provenienza, sia della comunità europea (vedi Urban 1 e 2: unica città in Italia che li ha ottenuti entrambi), sia del Ministero dei lavori pubblici (P.R.U., P.R.U.S.T., contratti di quartiere) e del Ministero dei beni culturali.
Oggi possiamo fare un bilancio di quanto è stato fatto e di come è cambiata la città. Siamo partiti – è il caso di ricordarlo – da una constatazione che diventò una scelta: era stata trascurata una delle attività più necessarie alla vita di una città che è la manutenzione. Potremmo affermare che il piano della città è un progetto di grande manutenzione urbana che ha queste componenti. La città esistente e in particolare il centro storico è un problema che viene definito dallo slogan "da fattore di freno a fattore di grande opportunità per lo sviluppo". Ecco, quanto è stato fatto nel centro storico è da considerare nella chiave del disvelamento di un tesoro nascosto che occorreva fare emergere, valorizzare un grande patrimonio culturale che la città possedeva ma che era nascosto.
Alcuni interventi ex novo, culturalmente significativi, condotti con determinazione attraverso concorsi internazionali di architettura: il museo del mare e ponte Parodi. Interventi consistenti in campo museale intesi a rinnovare l'intero patrimonio museale della città per prepararlo al ruolo del 2004, ma anche per lasciare in modo permanente alla città un insieme di ben sedici musei comunali in gran parte rinnovati. L'operazione è stata considerata come volta a privilegiare il solo centro storico; questo è vero solo in parte, anche se si è trattato di una scelta esplicita e condivisa. In realtà si vuole affermare che dal '92 ad oggi il rinnovo della Valpolcevera e del Ponente genovese è stato significativo anche se incompiuto. Conviene guardare al rinnovamento della città intera e ancora alla scelta generale che vi è sottesa di avvio di un processo che deve essere confermato ed esteso.
Un'altra premessa è necessaria prima di fare la rassegna di quanto è stato realizzato. Tutto quello che mostrerò non è il risultato di un lavoro svolto soltanto dall'Amministrazione Comunale; esso riguarda tutti gli enti cittadini, il Provveditorato alle opere pubbliche per il 2001, le sovrintendenze ai beni culturali, le fondazioni bancarie, le forze economiche e sociali della città e i cittadini stessi. In sostanza un risultato derivato dall'apporto di tutta la città.
Vediamo dunque, per grandi gruppi, i lavori realizzati.
Il waterfront. Con il G8, nel 2001, è stata completata l'opera di Renzo Piano: pavimentazioni, illuminazione, piantumazione delle palme, sistemazione definitiva di piazza Caricamento ed aree limitrofe. Si è realizzato anche il P.R.U. della darsena con la demolizione del quartiere Famagosta e il recupero del Cembalo nonché l'intervento privato della Marina di Genova, l'hotel e le residenze, oltre al porto turistico. Si aprirà a breve il complesso della darsena con le gallerie vetrate e il riuso degli edifici Caffa, Metellino e Tabarca. Si tratterà di una risorsa nuova e fondamentale per far preferire l'area della darsena per la movida dei giovani di fine settimana. Questo è l'auspicio.
In questo contesto l'intervento significativo è quello del museo del mare e della navigazione su progetto di Guillermo Consuegra vincitore del concorso internazionale finanziato con fondi Urban e Fondazione Compagnia di San Paolo. Costo finale: 23 milioni di euro.
L'opera di maggior rilievo e consistenza, che a giudizio dell'Amministrazione Comunale dovrà cambiare l'immagine stessa della città per proiettarla in una dimensione mondiale è l'edificio multifunzionale dedicato al tempo libero e alla cultura di ponte Parodi. Qui conviene rammentare che l'Amministrazione Comunale ha scelto il progetto attraverso un concorso internazionale vinto da Ben Van Berkel e poi ha cercato un operatore attraverso il quale promuovere la procedura, lunga e complessa, del project financing. L'operatore privato, la società francese Altarea, insieme ad un gruppo di operatori genovesi realizzerà il complesso a partire dal prossimo anno. Non va dimenticato che lì sorgeranno, insieme ad altre funzioni, l'auditorium per la musica e una nuova stazione crociere. Si tratta di un investimento privato di oltre 150 milioni di euro.
Credo che i cittadini genovesi abbiano salutato con entusiasmo la demolizione del silos granario avvenuta lo scorso anno. Pedonalizzazioni, pavimentazioni, facciate: a partire dal 2001 gli interventi qualificanti in centro storico sono consistiti nella restituzione dello spazio pubblico al pedone liberando numerose arterie cittadine dall'inquinamento atmosferico, visivo, meccanico e rumoroso delle auto. Rinnovo completo dei sottoservizi, pavimentazioni, facciate e illuminazione pubblica hanno ridato decoro alla città antica. Si parla di via San Lorenzo, via San Vincenzo, via Lomellini, via Balbi, piazza Fontane Marose, via del Campo, Ripa Maris ed anche della passeggiata alla Lanterna a cura dell'Amministrazione provinciale.
Genua picta risorta dall'oblio: circa un centinaio di facciate dipinte sono state riscoperte dai genovesi, ridando al centro storico un decoro che era dimenticato dal degrado. Ecco perché si parla di disvelamento. Questa operazione di restituzione ha riguardato anche via Garibaldi riportandola all'antico splendore e mettendo perciò in valore uno dei più importanti gioielli cittadini. I proprietari hanno ricevuto per l'insieme degli interventi di riqualificazione un contributo a fondo perduto pari quasi alla metà della spesa e l'investimento complessivo è stato di cinque milioni di euro.
L'accessibilità e i parcheggi. L'accessibilità al centro storico è garantita da una linea di metropolitana urbana che a partire da Principe, per Darsena, San Giorgio, Sarzano e De Ferrari serve con ben cinque stazioni tutta l'area collegando la Valpolcevera col porto antico e con il centro cittadino e poi fino a Brignole ed oltre il metro diventerà sempre più un servizio di grande efficienza ed affidabilità per il cittadino; ma i costi sono enormi e assorbono una quota molto alta del nostro bilancio, anche se il contributo dello Stato abbatte del 60% i costi.
La tratta di linea metropolitana Brin - De Ferrari attualmente in esercizio comprende 6,6 chilometri di linea con sette stazioni con un impegno di spesa complessiva pari a 492 milioni di euro. In questo importo sono compresi i costi per l'esecuzione e il completamento della stazione di Sant'Agostino. Sono anche di imminente affido i lavori relativi alla tratta De Ferrari – Brignole del costo complessivo presunto di euro 658 milioni. Il sistema sarà completo quando saranno realizzati i principali parcheggi di cornice, quello della marina in corrispondenza della fermata di Sarzano e quello dell'Acquasola in corrispondenza della fermata di Corvetto. In fatto di parcheggi a far data dal 2000 il bilancio che si può fare è consistente ed è quello che vedete in questa immagine.
Interventi nelle altre zone. E' in fase di completamento la complessa operazione di riconversione delle aree di Bolzaneto che vedrà il completamento del nuovo mercato all'ingrosso per i prodotti ortofrutticoli e il polo agroalimentare per l'insediamento di aziende ambientalmente compatibili. La novità sta nella sommatoria degli interventi che attuano una complessiva riqualificazione ambientale, la razionalizzazione delle maglie infrastrutturali, volgendo ad una sostanziale trasformazione della Valpolcevera. L'investimento, che coinvolge risorse pubbliche e private stimate in circa cento milioni di euro, comporta anche la ricollocazione di famiglie residenti con la costruzione di 52 alloggi.
Le opere di riqualificazione per Pegli hanno riguardato due interventi di grande significato: il restyling della passeggiata a mare per la quale è in corso il completamento e l'arredo del depuratore e il restauro di villa Doria e piazza Bonavino.
Nervi ha visto interventi di riqualificazione di grande prestigio: il Viale delle Palme, la riconversione della G.A.M., la realizzazione di parcheggi, l'ampliamento del cimitero, il recupero a uso urbano della centrale Enel che implementerà la dotazione di parcheggi pubblici in via del Commercio.
L'area dei mercati generali di corso Sardegna, che verrà dismessa non appena entreranno in funzione i nuovi mercati generali di Bolzaneto, è stata oggetto di un concorso partecipato indetto dal Ministero dei Lavori Pubblici e da numerose associazioni ambientaliste. Il Comune ha avviato, insieme al Consiglio di Circoscrizione, una procedura concorsuale partecipata. Ha vinto un gruppo di giovani architetti con un progetto le cui funzioni derivano da un giusto equilibrio fra esigenze degli abitanti ed esigenze di natura economica per tenere in piedi l'intervento. Si tratta di destinazioni in gran parte pubbliche. L'obiettivo della pubblica amministrazione consiste nell'aver pronta la cantierizzazione non appena l'area verrà dismessa (primavera 2006).
La riforma del sistema museale comunale nasce da uno studio condotto nel 2000 dalla società Roland & Berger, specializzata in questo campo, che proponeva in sintesi la creazione di alcuni poli: quello antico di via Garibaldi con i Palazzi Rosso, Bianco e anche Tursi; quello moderno a Nervi e quello del mare e della navigazione con l'intervento sul quartiere Galata alla Darsena e sul museo di Pegli.
Il tema è trattato nella relazione di Luca Borzani. Ricordo qui l'entità degli investimenti e la loro provenienza. Sono stati spesi in tutti i musei, comunali, statali, ecc., circa 52 milioni di euro con il concorso dei fondi governativi (15,8), di privati per una eguale somma, delle amministrazioni per 10,5 milioni di euro.
Il verde urbano di nuovo impianto. Dalla fine della seconda guerra mondiale non erano nati a Genova nuovi parchi. Questa Amministrazione ha realizzato il parco del rio San Pietro (138.000 mq.), il parco della Fascia di rispetto di Prà (20.700 mq.) e ottenuto, con la realizzazione di Fiumara, un parco pubblico di 25.800 mq.. In molti piani esecutivi e in esecuzione sono comprese aree verdi e per attrezzature sportive, ad esempio a San Biagio si avranno più di 100.000 mq. di aree pubbliche. Altri parchi in previsione: quello di Cornigliano per la ricostituzione del giardino della villa Bombrini e quello di Erzelli secondo il progetto di Renzo Piano, il cui affresco costiero portuale propone un vasto intervento generale di sistema del verde lungo la costa.
Il sistema costiero. Si tratta del tema di maggior respiro dell'intero sistema urbano. Genova ha uno sviluppo costiero di circa 33 chilometri di cui 26 dedicati alle principali infrastrutture (porto, aeroporto, area delle acciaierie di Cornigliano, Fiera del mare). L'opportunità di un disegno globale di riferimento capace di rendere compatibili le funzioni urbane con quelle portuali in un quadro ambientale di forte riqualificazione è stata colta da Renzo Piano con il suo affresco, un terreno di dibattito con un disegno i cui motivi fondamentali non possono essere che condivisi. Si è trattato di integrare in un unico disegno una serie di iniziative già attuate.
Il riassetto generale del porto commerciale che comprende la riforma del bacino di Sampierdarena e le ulteriori proposte di Renzo Piano per Voltri ed aeroporto saranno oggetto di precise valutazioni. Infine, per quanto concerne le spiagge dedicate alla balneazione, sta nascendo un progetto generale particolareggiato per un loro miglioramento.
Nel campo dei lavori pubblici il Comune ha investito, fra il 2000 e il 2004, circa mille miliardi di vecchie lire. Le voci di spesa più consistenti riguardano le opere che non si vedono ma che sono assolutamente necessarie per il buon funzionamento della città: sotto servizi e riassetto idrogeologico hanno assorbito quasi il 30% della spesa. Se si aggiungono le spese per manutenzioni (A.S.Ter.) siamo al 45%.
Altre spese consistenti hanno riguardato il patrimonio edilizio civico, le scuole e vari altri servizi mentre una voce di spesa rilevante è stata quella riguardante le opere pubbliche nei programmi di riqualificazione urbana.
Il bilancio complessivo del G8 e del 2004 può essere così rappresentato: sono stati spesi complessivamente 999.000 euro (circa 2.000 miliardi di vecchie lire); di questi il 35% è derivato da progetti speciali del Ministero Lavori Pubblici. Privati ed enti hanno contribuito allo stesso livello di partecipazione alle spese (26%). Il finanziamento governativo in opere per i due eventi è stato del 13%; questo vale la pena di sottolinearlo perché non è certo l'intervento governativo che è stato determinante a questo fine, lo è stato dal punto di vista della molla che ha scatenato.
La crisi industriale della città culminata negli anni '80 non è superata, ma non mancano prospettive e progetti per lo sviluppo dell'occupazione e delle attività. Sono molte le motivazioni che rendono difficile un bilancio industriale, ma non mancano settori di sviluppo come le riparazioni navali. Uno dei tradizionali vincoli della città, la mancanza di aree, costringe a scelte molto definite che riguardano ad esempio i settori tecnologici. Numerose aree industriali sono state convertite anche a nuovi usi industriali e la realtà della Valpolcevera, da Campi a Pontedecimo, lo può ben testimoniare.
Le prospettive riguardano la riconversione dell'area di Cornigliano e il polo di Erzelli e l'insediamento dell'IIT costituisce la punta avanzata di qualità di una tale prospettiva. Cultura e turismo sono due campi interconnessi molto ben concimati dal lavoro svolto per il 2004. Credo si debba avere uno sguardo aperto su un futuro in cui tutti i problemi evidenziati sono fortemente interrelati. Los viluppo, oggi più che mai, è connesso alla qualità ambientale e la riqualificazione della città è fondamentale per attrarre nuove attività economiche e per la crescita del turismo culturale.
Il progetto per il polo tecnologico di Erzelli firmato da Renzo Piano e che sarà realizzato da una cordata di imprenditori, è fortemente caldeggiato dall'Amministrazione comunale che lo aveva inserito nel piano regolatore ed è un esempio della nuova generazione di interventi di grande qualità architettonica ed ambientale capace di portare a Genova nuova occupazione di alto profilo.
Alcuni nodi storici infrastrutturali si stanno ora sciogliendo e conviene dire perciò, in grande sintesi, a che punto si trovano per la loro realizzazione.
Il progetto preliminare del terzo valico ferroviario è stato approvato dal Cipe con delibera del 29 settembre 2003. IL 16 novembre 2004 è stato firmato dal Ministero dell'Economia e dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il decreto interministeriale relativo al finanziamento della tratta Milano – Genova. Siamo ora in attesa di ultimazione e progettazione definitiva, approvazione del progetto definitivo e del piano finanziario da parte del Cipe.
Il progetto preliminare del nodo ferroviario, con esclusione della tratta Genova Brignole – Pieve ligure, è stato approvato dal Cipe il 29 settembre 2003. Per alcuni interventi sono stati approvati progetti definitivi a stralcio. Siamo ora in attesa dell'approvazione del progetto definitivo.
Il nodo autostradale genovese costituisce un tema ormai al centro dell'attenzione, non solo locale o regionale, ma nazionale. Si tratta di realizzare un sistema infrastrutturale a grande scala volto a separare i flussi di traffico destinati alla città da quelli di attraversamento. La strategia del progetto riguarda soprattutto il potenziamento dei collegamenti con il porto per eliminare, o quanto meno diminuire, il conflitto fra i traffici portuali e quelli urbani e l'alleggerimento della rete esistente con la suddetta separazione dei traffici. A seguito di diverse proposte, il 13 ottobre 2004 è stata presentata dall'Anas per la gronda autostradale una soluzione che prevede l'attraversamento sub alveo del torrente Polcevera ed è comprensivo anche del tunnel di raccordo.
Successivamente si sono svolte riunioni di approfondimento tecnico della soluzione da parte degli enti pubblici interessati nell'ambito delle quali sono emerse osservazioni relative alla modifica del tracciato. Siamo ora in attesa dell'approvazione del progetto preliminare e dello studio di impatto ambientale.
Una prima ipotesi di tracciato per il nodo San Benigno è stata approvata con l'intesa Stato – Regione ai sensi del D.P.R. 616. Restava da definire il progetto definitivo che era demandato ad un apposito accordo di programma. Successivamente il progetto è stato ricompreso in quello più ampio del nodo autostradale genovese. Siamo ora in attesa dell'approvazione del progetto preliminare e dello studio di impatto ambientale da parte del Cipe nell'ambito del progetto del nodo autostradale genovese.
L'approvazione del progetto preliminare del tunnel subportuale da parte del Cipe è prevista entro il 2005.
Per il futuro della città occorre ora un piano operativo per ciascuna delle 18 città di cui è composto il nostro sistema territoriale comunale. Esso dovrà coniugarsi con un piano regolatore sociale che rappresenta la sfida che occorre raccogliere per trovare risposte ai nuovi problemi che emergono dal profondo della società contemporanea. Piano regolatore sociale e processi trasformativi della città fisica sono profondamente interrelati.
In questi anni la città ha conosciuto un rinnovamento epocale mai registrato nel passato e dovuto ad un preciso piano programma. Questo è possibile affermarlo e insieme non si possono certo ignorare le nostre inadeguatezze, anche strutturali, a fronte di una realtà che cambia rapidamente e che nel cambiare aumenta e non diminuisce le ingiustizie. Il ruolo degli attori istituzionali deve essere in ogni caso precisamente indicato anche se il Comune è l'ente più vicino e più esposto. Se dunque molti problemi vecchi e nuovi emergono, non va dimenticato che qui abbiamo costruito una base strutturale per la creazione di un nuovo pilastro economico – sociale della città che è la cultura in tutte le sue diverse manifestazioni. Grazie".