Roberto Anfossi




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ROBERTO ANFOSSI:  INQUIETUDINI E SILENZI

 

Da Natale 2004 a Capodanno 2005 e oltre: mostre, meditazioni e proposizioni.

Vasta scelta, qualità altalenante, molti interrogativi aperti: questa la sintesi di un momento tra i più ricchi di eventi dimostrativi nel campo artistico del Ponente ligure tra 2004 e 2005, con significative appendici verso i primi mesi dell'anno nuovo.
La messe di eventi è tale da imporre perlomeno una riflessione di partenza. Ovvero da dove iniziare. Certo, non abbiamo tra le mani il succosissimo libriccino della saison de cultures automne 2004 del Comune di Nizza. Che fa prevedere un libriccino di appuntamenti per ogni stagione, curato con ferrea metodicità dal poderoso sistema burocratico della vicina capitale del Midi Azuréen. In ogni caso non è che nel Ponente ligure non ci siano eventi meritevoli di attenzioni a vario livello.
Se da un lato l'evento potrebbe essere Chagall ad Apricale, dall'altro lato vi sono proposte meno legate ad una colonizzazione culturale sulla quale si potrà spendere qualche parola, magari scomoda, però sincera. Cominciamo allora anche qui da una capitale, o almeno da quella che si (auto)suppone tale, cioè San Remo (preferisco questa dizione storica al burocratese Sanremo). A San Remo c'è Roberto Anfossi. Non nel senso che ci abita solamente, appare ovvio. Nel senso che, tra "inquietudini e silenzi" rivela un percorso complessivo che l'ha portato alla maturità artistica, una maturità che forse lui non riconosce, perennemente alla ricerca. La mostra è una "summa" antologica che la città dedica al suo artista in questo momento più noto e famoso, a buona ragione, si potrebbe dire. I saggi introduttivi del catalogo sono esemplari. Non lo dico per piaggeria, pur considerando l'amicizia che mi lega a Sandro Ricaldone e Fulvio Cervini. Qui appare totale la capacità introduttiva al mondo artistico di Anfossi, che si fa caleidoscopio di esperienza e di condivisione della vita in simbiosi con la realtà creativa. Va letto tutto. Le esperienze di vita trovano continui rimandi alla innata curiosità vorace dell'artista, che raccoglie, metabolizza, esplode tra rimandi colti e raffinatissimi ed una fisicità morborea ed immaginifica. Se Ricaldone trova le molteplicità dei rimandi allo svolgersi della inesausta sequenza artistica (e di vita) di Anfossi, Cervini amplia le sue già pur profonde osservazioni di alcuni anni fa sulle ormai celebri "cassette" giungendo alla conclusione del cogliere il "noi stessi" nei teatrini rutilanti di vicende e di presenze. Da vedere fino al 28 febbraio 2005. E in fondo le vetuste sale del Museo Civico offrono un palcoscenico barocco che si attaglia alle esplosioni cromatiche ed alla drammaticità dell'esperienza religiosa di Anfossi. Da vedere e meditare.

"Inquietudini e Silenzi"
(Museo Civico - Palazzo Borea d' Olmo) Espone Roberto Anfossi. 09:00/12:00 - 15:00/18:00

Nel frattempo a San Remo ha pure esposto Mario Borella, un artista da tempo presente sulla scena di estrazione locale. Pittore inteso nel senso più tradizionale del termine, si presenta con un pieghevole da mostra ricco di elencate prebende. Personalmente ho preferito leggere le parole di Basilio Cardaci su Studiart. Non che servano poi a molto le presentazioni, certe volte. È piacevole però leggere passi che per certi versi sembrano tratte dalle critiche dei Salons parigini. La produzione di Borella, qui presentata tutta in grande formato, è innervata da un impressionismo di continuità, per molti, magari di consumo. Comunicativo, piacevole, qualche volta rutilante, citazionista. Se ne comprende dunque il successo presso larghi strati di pubblico. Chissà, probabilmente nel suo studio ci sono cose più ardite, oltre i soggetti di paesaggio o quelli ecclesiastici, che però hanno un afflato barocco che si addice alla città in cui opera.




 

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